Redditometro, rinviato stop: non sarà nel decreto coesione. Trattative anche sui balneari
EconomiaIntroduzione
Nonostante il pressing di Forza Italia, l’abolizione dello strumento anti-evasione non troverà spazio nel decreto coesione ma dovrebbe arrivare più in là con un altro provvedimento. “La forma la stiamo valutando”, ha detto il sottosegretario all'Economia Federico Freni. Un’ipotesi sarebbe quella di inserire lo stop nel parere parlamentare a un prossimo decreto legislativo fiscale, forse già quello che corregge il concordato preventivo biennale e che è atteso domani, giovedì 20 giugno, in Consiglio dei ministri. Verso una soluzione anche il nodo balneari: dopo le rassicurazioni ricevute da Palazzo Chigi, la Lega ha annunciato che il proprio emendamento sarà trasformato in ordine del giorno di un prossimo Cdm
Quello che devi sapere
Slitta lo stop al redditometro
- Slitta lo stop al redditometro: nonostante il pressing di Forza Italia, al governo serve ancora tempo e l’abolizione dello strumento anti-evasione non troverà spazio nel decreto coesione ma dovrebbe arrivare più in là con un altro provvedimento. Sull'emendamento riguardo al redditometro, presentato dal capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri, nei giorni scorsi il Quirinale aveva acceso un faro perché considerato estraneo alla materia del provvedimento
- Per approfondire: Scontro sul Redditometro, Meloni sospende il decreto
I due nodi
- In questo modo, posticipando lo stop al redditometro, il governo Meloni prova quindi a risolvere uno dei due nodi finiti sotto l’attenzione del Quirinale perché estranei al provvedimento in questione, cioè il decreto coesione. Anche l'altro nodo, quello sui balneari, si avvia verso una soluzione: dopo le rassicurazioni ricevute da Palazzo Chigi per affrontare il tema in un prossimo Consiglio dei ministri, la Lega - tramite il senatore Massimiliano Romeo - ha annunciato che il proprio emendamento (che era stato presentato in forma identica anche al dl agricoltura) sarà trasformato in ordine del giorno “per impegnare il governo ad adottare una mappatura, definire un processo di riordino del settore, garantendo un ritorno economico e tutelando le attività di impresa, anche attraverso il riconoscimento di un indennizzo parametrato al valore aziendale e di un sistema di prelazione"
La schiarita
- La schiarita sullo stop al redditometro all’interno della maggioranza è arrivata ieri, durante i lavori sul decreto coesione in commissione Bilancio (dov’è stato avviato il voto sugli emendamenti). Dopo la decisione del giorno prima di Forza Italia di non ritirare l'emendamento che propone l'abolizione della legge originaria sul redditometro e del decreto ministeriale di maggio in materia, poi sospeso, il sottosegretario all'Economia Federico Freni ha annunciato: "Le istanze di Forza Italia sono ampiamente condivise e saranno valorizzate dal governo in un prossimo provvedimento normativo". Il Redditometro è uno strumento "non più utilizzato da anni e che nessuno ha intenzione di utilizzare", ha puntualizzato l'esponente della Lega. Che ha anche ribadito: il viceministro Leo, il ministro Giorgetti e tutta la maggioranza "sono al lavoro" per rispondere alle esigenze dei contribuenti
Cauta Forza Italia
- Forza Italia ha giudicato queste parole e quest’apertura positive, però resta cauta. "Mi dichiaro soddisfatto", ma "vogliamo anche un'ulteriore conferma" a livello più alto della volontà di risolvere la questione, ha detto il capogruppo in Senato Maurizio Gasparri. Il confronto è ancora in corso, ha precisato il senatore, che è detto "flessibile" sulla forma ma non sull'obiettivo
La possibile soluzione
- La soluzione che sembra profilarsi sarebbe quella di inserire l'abolizione del redditometro nel parere parlamentare a un prossimo decreto legislativo fiscale, forse già quello che corregge il concordato preventivo biennale e che è atteso domani, giovedì 20 giugno, in Consiglio dei ministri. La richiesta di abolizione presentata da FI dovrebbe prendere forma nell'ambito del parere parlamentare al dlgs come "condizione", che quindi vincola il governo. Tuttavia, secondo quanto si apprende, al momento lo strumento definitivo non sarebbe ancora stato individuato
“Stiamo valutando la forma”
- Parlando prima dei lavori della commissione Bilancio del Senato, Freni ha detto che il provvedimento in cui inserire l'abolizione del redditometro è "molto vicino". A chi gli ha chiesto se si tratterà di un dl, ha precisato: “La forma la stiamo valutando, non necessariamente, magari sarà il Parlamento a poter valorizzare questa istanza in una cornice più ampia dei tanti provvedimenti normativi che ci staranno in giro". Sulla vicenda dei balneari, invece, ha risposto laconico: "Stiamo lavorando per voi"
Leo al lavoro
- Certo è che, dopo la pausa decisa dal governo per l'incidente avvenuto con il decreto ministeriale, ora serve una soluzione: sulla materia è al lavoro il viceministro Maurizio Leo, che da settimane invita a non chiamarlo più redditometro, perché non esiste più dal 2015, e ha più di una volta ribadito che l'obiettivo è quello di colpire solo i grandi evasori
Il concordato preventivo
- Intanto, il governo Meloni prepara anche il restyling del concordato preventivo biennale, il meccanismo rivolto a 4,5 milioni di partite Iva su cui l’esecutivo scommette per reperire risorse utili alla manovra. A quattro mesi dal provvedimento che ha varato uno dei punti nodali della riforma fiscale, sono in arrivo alcune novità, con l'obiettivo di massimizzarne gli effetti. Per quest'anno, primo anno di applicazione, la scadenza prevista per l'adesione da parte del contribuente alla proposta elaborata dall'Agenzia delle Entrate slitta di 15 giorni, al 31 ottobre. A regime, invece, la scadenza sarà il 31 luglio. Inoltre, per ampliare la platea, il concordato partirà con un maxi-sconto: nel primo anno di adesione l'imponibile richiesto dal fisco verrà decurtato del 50%. Le novità arriveranno sotto forma di decreto legislativo correttivo sul tavolo del Consiglio dei ministri di giovedì, dove sarà esaminato anche il decreto sulle terre rare e quello sui Campi Flegrei
- Per approfondire: Fisco, il concordato preventivo parte scontato