Pensioni, sul tavolo l'ipotesi flessibilità in uscita senza le Quote: cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

Una delle proposte su cui sta lavorando il gruppo di esperti del Cnel in materia pensionistica prevede un ritorno allo schema della legge Dini con una flessibilità in uscita dai 64 ai 72 anni, senza più il ricorso al sistema delle Quote. 

 

In tal senso, l'assegno aumenterebbe andando in pensione più tardi: il ventaglio delle 9 età (poco più della metà delle attuali 16) verrebbe traslato nei nuovi coefficienti di trasformazione.

Quello che devi sapere

Si avvicina la deadline

  • Ancora tre mesi e mezzo, e poi il Parlamento riceverà il nuovo disegno di legge di Bilancio per il 2025. La deadline si avvicina sempre di più e così anche la decisione del governo sulle pensioni e, in particolare, sul dopo Quota 103, Ape sociale Opzione donna. Ecco quello che l’esecutivo ha sul tavolo

Per approfondire:

Il calendario dei pagamenti di Opzione donna secondo le categorie

I margini di trattativa della Lega

  • A spiegare i dossier su cui sta lavorando la maggioranza è il Sole 24 Ore. La Lega, capitanata dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, ha ribadito che bisogna centrare rapidamente Quota 41, ossia la possibilità di terminare la propria esperienza lavorativa con 41 anni di versamenti, a prescindere da qualsiasi età anagrafica. Ma attenzione, spiega il quotidiano economico: i risultati di certo non brillanti del Carroccio alle ultime elezioni europee, che si è visto superare anche da Forza Italia (insieme a NoiModerati), potrebbero ridurre i margini di trattativa all’interno della maggioranza

Il lavoro del Cnel

  • Nel frattempo, al Cnel (il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro) prosegue l'attività del gruppo di lavoro creato dal presidente Renato Brunetta al fine di redigere un documento organico sulle pensioni da presentare a luglio. E ai primi di ottobre, prima della presentazione del disegno di legge di Bilancio, verrà predisposto anche un modello di riorganizzazione del sistema previdenziale

Il Cnel: cos'è e a cosa serve

  • Facciamo un passo indietro. Perché anche il Cnel sta lavorando in materia pensionistica? Il Cnel, che è un organo di rilievo costituzionale previsto dall’articolo 99 della Carta, ha una funzione consultiva rispetto al governo, alle Camere e alle Regioni, ha potere di iniziativa legislativa e ha facoltà di contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale

Il Cnel: altre attività

  • Nell’ambito delle attività istituzionali, il Cnel partecipa al dialogo e al confronto, sui temi di propria competenza, con soggetti omologhi e con rappresentanze a livello nazionale e internazionale, tra le quali il Comitato economico e sociale europeo

Il Cnel: la composizione /1

  • Il Cnel è composto da 64 consiglieri. Di questi, 10 sono esponenti della cultura economica, sociale e giuridica e 8 sono nominati dal presidente della Repubblica. Due sono invece proposti dal presidente del Consiglio. Inoltre, 48 sono in rappresentanza delle categorie produttive: 22 per il lavoro dipendente (comprensivi dei tre delegati per dirigenti, quadri pubblici e privati), 9 per il lavoro autonomo, 17 per le imprese

Il Cnel: la composizione /2

  • Ci sono infine 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato: tre sono designati dall'Osservatorio nazionale dell'associazionismo, tre dall'Osservatorio nazionale per il volontariato

La proposta di riforma /1

  • Una delle varie proposte che si stanno valutando a Villa Lubin, sede del Cnel, prevede un ritorno allo schema della legge Dini con una flessibilità in uscita dai 64 ai 72 anni, senza più il ricorso al sistema delle Quote

La proposta di riforma /2

  • Secondo i calcoli del quotidiano economico, l’assegno aumenterebbe andando in pensione più tardi: il ventaglio delle 9 età (poco più della metà delle attuali 16) verrebbe traslato nei nuovi coefficienti di trasformazione. La soglia per il pensionamento di vecchiaia, salirebbe a 67 anni con almeno 25 anni di contributi o un importo di pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale (invece degli attuali 67 anni più 20 di versamenti)

Il gruppo di lavoro

  • Il gruppo di lavoro che sta lavorando sul tema si chiama "Riforma e prospettive del sistema previdenziale". In occasione della sua istituzione il 27 febbraio di quest'anno, Brunetta aveva detto che il team era "chiamato a dare risposte sul futuro del sistema previdenziale, un tema di grande valenza per il Paese". Il gruppo, coordinato da Domenico Garofalo, è composto da Guido Canavesi, Giuliano Cazzola, Silvia Ciucciovino, Maria Cristina Degoli, Mauro Franzolini, Mauro Marè, Antonietta Mundo, Valeria Picchio, Michele Raitano. Al tavolo partecipano inoltre esperti esterni designati da Istat, Inps, Banca d'Italia nonché altri organismi individuati di comune accordo con il coordinatore

Il report sulle pensioni anticipate /1

  • A proposito dei pensionamenti anticipati, il Sole cita un contributo di Antonietta Mundo, membro del gruppo di lavoro. Nel report si legge che "104.806 pensioni anticipate del Fondo lavoratori dipendenti Inps, che nel 2023 hanno assorbito il 91,8% dei trattamenti anticipati liquidati ai dipendenti privati neopensionati, si sono rilevate età medie effettive per l’uscita anticipata di 61 anni con importi medi mensili di 2.035 euro lordi"

Il report sulle pensioni anticipate /2

  • Nel documento, sempre citato dal Sole, si aggiunge che "le pensioni anticipate sono quelle che presentano le durate più lunghe e gli importi medi più alti rispetto a tutte le altre categorie, anche per effetto dell’aumento progressivo della longevità per entrambi i generi. In particolare, il 50% dei trattamenti di anzianità o anticipati provenienti dal passato ha durate almeno trentennali e oltre", che si ridurrebbero sensibilmente "con l’adozione dello schema flessibile d’uscita dai 64 ai 72 anni"

Per approfondire:

Quandò andrò in pensione? Le nuove simulazioni Inps