Affitti brevi, test su Banca dati e Codice Unico in Puglia e Veneto: novità e sanzioni

Economia
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Introduzione

Sul sito del Ministero del Turismo è stato pubblicato il decreto firmato da Daniela Santanché che rende note le modalità di sperimentazione della Banca dati unica nazionale sugli affitti brevi e del Codice identificativo nazionale. I primi test sono partiti in Puglia già lo scorso 3 giugno e dal 13 anche in Veneto.

 

Nelle prossime settimane anche le altre regioni si uniranno alla sperimentazione: l’obiettivo è far scattare a novembre, 60 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le sanzioni per chi non utilizza il Codice unico. Secondo i dati dell’Aigab, a essere interessate da questo decreto sono circa 640 mila case.

Quello che devi sapere

La pubblicazione del decreto

  • Pubblicato il decreto sugli affitti brevi firmato dalla ministra Daniela Santanché sul sito del Ministero del Turismo: in questo modo la Banca dati unica nazionale sugli affitti brevi (Bdsr) e il Codice identificativo nazionale (Cin) sono pronti a far dialogare tra loro i dati già presenti sulle singole piattaforme delle Regioni. L’obiettivo è far emergere il sommerso e, dunque, l’evasione, e nel contempo rendere i servizi più trasparenti per gli utenti

 

Per approfondire: Affitti brevi, ok a banca dati unica e Codice Identificativo: collaudo al via

La fase di sperimentazione

  • Già lo scorso 3 giugno è partita la sperimentazione dalla Puglia e dal 13 anche in Veneto: l’obiettivo è arrivare a completamento entro i 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale dell’entrata in funzione della banca dati nazionale e del portale telematico che assegna il Cin. Dopo 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non oltre del 1° settembre 2024, si applicheranno anche le sanzioni previste dal decreto Anticipi alla fine del 2023

Le sanzioni

  • La mappatura capillare permetterà di coprire tutto il territorio nazionale. Se tutto procederà secondo l’iter previsto, da novembre scatteranno le sanzioni per chi non utilizza il Codice unico. Chi metterà in affitto una struttura senza Cin rischierà una multa tra 800 e 8 mila euro. Chi non utilizza il Cin negli annunci rischierà una sanzione tra 500 e 5 mila euro

L’importanza del Cin

  • Attraverso la Bdsr, con un processo semplificato, è possibile richiedere il Codice Identificativo Nazionale (Cin), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l'esposizione all'esterno delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve o turistica

Come si ottiene il Cin/1

  • Come si ottiene il Cin? L’integrazione dei dati avviene attraverso la piattaforma predisposta alla quale si accede con identificazione Spid. Il sistema a questo punto individua autonomamente le strutture ricettive disciplinate dalle leggi regionali e delle Province autonome e le unità immobiliari destinate a locazione breve o per finalità turistiche associate all’utente abilitato, permettendo di inserire le informazioni mancanti per il Cin. L’utente comunica telematicamente alla Regione e alla Provincia autonoma di riferimento le incongruenze nei dati presenti. Conseguentemente l’ente territoriale, previa verifica e con il supporto del Ministero, provvede ad integrare o modificare il proprio database in interoperabilità

Come si ottiene il Cin/2

  • Al termine l’utente visualizza il proprio Cin. All’avvio dell’interoperabilità, l’utente avrà un codice provvisorio (il Cin 1) che, nel momento in cui sarà pubblicato l’avviso dell’entrata in funzione della Banca data unica nazionale e del portale telematico del ministero del turismo per l’assegnazione dei codici identificativi, diventerà definitivo

I dati minimi

  • È importante che i dati minimi presenti nei database di Regioni e Province e poi comunicati alla Banca dati unica siano aggiornati. Ecco cosa includono:
  • Il Cir, ovvero il codice identificativo regionale o altro codice diversamente denominato che identifica la struttura nella banca dati regionale o della Provincia autonoma;
  • Macrocategoria di classificazione nazionale e relativo codice;
  • Categoria di classificazione nazionale e relativo codice;
  • Sottocategoria di classificazione nazionale e/o regionale e/o provinciale, Comune e Provincia e relativi codici Istat;
  • Stato dell’attività, nome, cognome, codice fiscale della persona fisica

Gli altri obblighi

  • Allo stesso tempo, scatterà anche l’obbligo di dotarsi di dispositivi per la rilevazione di gas e di estintori portatili. In questo caso però la sanzione per eventuali mancanze (fino a 6mila euro) colpirà solo chi esercita l’attività turistica in forma imprenditoriale

I dati

  • Secondo i calcoli dell'Aigab, rispetto all'asset delle seconde case degli italiani non utilizzate, circa 9,6 milioni, quelle immesse nel circuito degli affitti brevi sono solo 640 mila (rappresentando l'1,8% delle abitazioni nazionali). Di queste circa il 25% è gestito da aziende e va suddiviso in circa 510 mila annunci pubblicizzati online e 130 mila, invece, “annunci dormienti”, cioè immobili che non hanno ricevuto nemmeno una prenotazione negli ultimi 12 mesi. Complessivamente, gli operatori professionali e non sono circa 30 mila, con un indotto nel mondo del lavoro di circa 150mila persone

Quanto vale il settore

  • L'Aigab stima che nel 2023 il settore affitti brevi abbia avuto un valore di prenotazioni di circa 11 miliardi di euro, con un indotto sul Pil di ulteriori 44 miliardi di euro in modo diretto (spese degli ospiti per ristoranti, trasporti, cultura, esperienze, shopping) e di circa altri 2 miliardi di euro per ristrutturazioni e manutenzioni delle case online.

 

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