Affitti brevi, la banca dati unica entra nel vivo: cosa sapere

Economia
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Introduzione

Comincia la fase pilota della banca dati unica nazionale degli affitti brevi. La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha firmato il provvedimento che segna un passo in avanti verso l'integrazione dei dati a disposizione di Regioni e Province autonome.

Gli enti locali dovranno trasmettere tali informazioni anche allo Stato per rendere la piattaforma nazionale operativa il prima possibile. La fase pilota deve concludersi entro l'1 settembre. Dopo di essa, con la pubblicazione dell'avviso dell'entrata in funzione della banca dati, il Codice identificativo nazionale (Cin) assegnato diventerà definitivo.

Quello che devi sapere

UN PRIMO PASSO

  • Ci siamo. La banca dati unica nazionale sugli affitti brevi (Bdsr) entra nel vivo con la firma del decreto da parte della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Sul sito istituzionale è presente il provvedimento che è un passo in avanti verso l’integrazione dei dati delle Regioni, che ora potranno dialogare tra loro.

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IL POPOLAMENTO

  • Il provvedimento è il primo passo verso il popolamento definitivo e capillare della Bdsr. Al momento siamo ancora in una fase sperimentale, con un test che prima ha coinvolto la Puglia e poi le altre Regioni. L'obiettivo del ministero è quello di rendere la piattaforma perfettamente operativa il prima possibile. Infatti, qualora le Regioni e le Province autonome non abbiano già provveduto alla trasmissione dei dati necessari allo Stato, ora lo dovranno fare entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto

LA FASE PILOTA /1

  • Possiamo quindi dire di essere nella prima fase del popolamento, la "fase pilota" come esplicitamente scritto nel provvedimento. Tale periodo di tempo, che deve concludersi entro l'1 settembre, servirà a realizzare l'interoperabilità per le Regioni e le Province autonome "in maniera graduale e in base al livello tecnologico di ciascuna di esse". Ma cosa significa nello specifico?

LA FASE PILOTA /2

  • Sarà sostanzialmente un test su eventuali criticità tecniche e informative, senza tuttavia "alcun aggravio né alcuna modifica delle procedure amministrative seguite dalle Regioni e dalle Province autonome, anche in virtù della costituzione, a carico del ministero, di una struttura di supporto tecnico sia a livello ministeriale sia a livello locale"

I DATI DELLE REGIONI /1

  • Come detto, le Regioni e Province autonome dovranno inviare i dati. Il set di informazioni minime prevede: "Codice identificativo regionale o altro codice diversamente denominato che identifica la struttura nella banca dati regionale o della Provincia autonoma (Cir), macrocategoria di classificazione nazionale e relativo codice, categoria di classificazione nazionale e relativo codice, sottocategoria di classificazione nazionale e/o regionale e/o provinciale, Comune e Provincia e relativi codici Istat, stato dell'attività, nome, cognome, codice fiscale della persona fisica"

I DATI DELLE REGIONI /2

  • "A corredo del set minimo informativo, le Regioni e le Province autonome sono invitate a trasmettere, in base alla disponibilità, il set di dati complementari presenti sulle rispettive banche dati regionali e provinciali", si legge ancora nel provvedimento. "La trasmissione dei dati ha l'obiettivo di censire lo stato informativo presente a livello regionale e provinciale e di individuare eventuali criticità che possano interferire con tale modello di interoperabilità", continua

LA DATA SPARTIACQUE

  • Come detto, nel decreto è contenuta la data spartiacque oltre la quale deve essere terminata la fase pilota: si tratta dell'1 settembre. E poi? Ci sarà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell'avviso sull'entrata in funzione della banca dati nazionale unica e del portale telematico del ministero del Turismo per l'assegnazione del Cin (codice identificativo nazionale)

IL CIN PROVVISORIO /1

  • Una volta attivata l’interoperabilità, l’utente potrà completare le informazioni richieste per ottenere il codice identificativo nazionale. Ma attenzione, sarà provvisorio e verrà chiamato "Cin 1". A cosa serve?

IL CIN PROVVISORIO /2

  • Come si legge nel decreto, "il Cin 1 può essere utilizzato per l’esposizione all’esterno degli stabili dove sono ubicati gli appartamenti o le strutture ricettive e per l’indicazione negli annunci ovunque pubblicati e comunicati"

IL CIN DEFINITIVO

  • Dopo il Cin provvisorio, arriva quello definitivo. Alla data di pubblicazione dell’avviso in Gazzetta ufficiale, "attestante l'entrata in funzione della Bdsr e del portale telematico del ministero del turismo", il Cin 1 diventa definitivo e si chiamerà semplicemente "Cin", senza alcuna variazione del proprio formato

UN CENSIMENTO NAZIONALE

  • Per fare un riassunto, come scrive il Sole 24 Ore, la Bdsr è di fatto il "primo censimento nazionale che cercherà di far dialogare tra loro informazioni che al momento potrebbero essere disallineate". Questo perché le Regioni e le Province autonome "hanno gestito finora in autonomia l’acquisizione delle informazioni sui proprietari delle case destinate ad affitti brevi"

L'OBIETTIVO FINALE

  • L’obiettivo finale, spiega ancora il Sole, è duplice: da una parte si vuole garantire una "piena trasparenza" agli utenti e dall'altra si cerca di favorire "l'emersione del sommerso", evitando quindi l'evasione fiscale. Secondo l'Aigab, l'associazione che garantisce rappresentanza istituzionale ai property manager che gestiscono strutture sul territorio italiano, nel mirino ci sono 500mila abitazioni pubblicizzate online per affitti brevi che dovranno dotarsi per legge di un codice identificativo

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