Doppia esenzione Imu per i coniugi, i requisiti e come richiedere il rimborso
EconomiaIntroduzione
La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del 2011 che limitava l'esenzione Imu a una sola casa nel caso in cui due persone sposate o unite civilmente avessero residenze in abitazioni diverse.
La Consulta ha reso possibile l'esenzione per entrambe, a patto che vengano rispettate alcune condizioni, come la "residenza e dimora abituale di uno dei due coniugi" in un determinato immobile, che si può provare attraverso le bollette di acqua, luce e gas o anche con la scelta del medico curante.
Quello che devi sapere
LA SENTENZA SPARTIACQUE
- Sulla questione della doppia residenza tra i coniugi e del pagamento dell'Imu, la sentenza numero 209 del 13 ottobre 2022 è stata uno spartiacque. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato illegittima la norma in vigore dal 2011 che limitava l'esenzione dell'Imu a una sola casa
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LA NORMA DEL 2011
- La norma del 2011 prevedeva per le coppie sposate o unite civilmente con residenze in abitazioni diverse (sia nello stesso Comune che in due differenti) che veniva limitata l'esenzione Imu a una sola delle due case, cioè quella in cui "dimorava e risiedeva il possessore e il suo nucleo familiare, relegando l'altra a seconda casa soggetta a Imu"
IL "NUCLEO FAMILIARE"
- Ma come è intervenuta la Corte costituzionale su questa norma? In sostanza, la Consulta ha eliminato il riferimento al nucleo familiare, togliendo quindi l'automatico assoggettamento a Imu di una delle due case. E ha quindi reso possibile l'esenzione per entrambe, sia nello stesso Comune che in Comuni differenti
LE CONDIZIONI DA RISPETTARE
- Ci sono tuttavia dei "requisiti" da rispettare. Deve infatti verificarsi, per ciascuna delle case, la condizione "della residenza e dimora abituale di uno dei due coniugi", che può essere provata con le bollette di acqua, luce e gas che dimostrano consumi congrui durante l'anno, o anche con la scelta del medico di base
IN COSA CONSISTE L'ESENZIONE
- L'esenzione spetta "limitatamente alla propria quota di proprietà". Questo significa che se due coniugi sono entrambi proprietari al 50% di due immobili adibiti da ciascuno ad abitazione principale, ognuno beneficia dell'esenzione "limitatamente all’immobile in cui dimora e risiede effettivamente". E sul suo 50% della casa usata dal partner? Su quello dovrà pagarci l'Imu
LE "SECONDE CASE"
- La Corte costituzionale ha sottolineato che la sentenza non rappresenta un'esenzione per le cosiddette "seconde case". Cosa vuol dire? Chi ha la residenza anagrafica in un dato immobile ma non la dimora effettiva (quindi non ci dimora abitualmente) continua a pagare l'Imu su quell'immobile
COME CHIEDERE IL RIMBORSO
- Se si ha diritto all'esenzione ma si è comunque versata l'Imu in passato, si può chiedere il rimborso al Comune. Per poterlo fare, c'è tempo cinque anni dalla data del versamento. Anche se, sottolinea il Corriere della Sera, "non sono mai state chiarite definitivamente le procedure e le prove documentali da esibire"
IN CASO DI NON VERSAMENTO
- Caso opposto per invece chi non ha corrisposto l'Imu anche se l'immobile era una "seconda casa". In tal caso, è meglio mettersi in regola versando l'imposta intera
I CASI PARTICOLARI /1
- La Consulta ha comunque specificato che bisogna valutare caso per caso per non incorrere in irregolarità. E l'ultima legge di Bilancio ha prorogato per tutto il 2024 alcune esenzioni per gli immobili in Comuni colpiti da eventi sismici
I CASI PARTICOLARI /2
- Il riferimento è ai Comuni dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto colpiti dai terremoti del 20 e 29 maggio 2012. La stessa cosa vale anche per quei Comuni di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016 e giorni successivi
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