Introduzione
Tra riforme attuate e altre in cantiere nel sistema di welfare, sono diverse le vie percorribili per chi desidera uscire prima dal lavoro entro quest'anno.
Variano i requisiti, di anni di lavoro e di anzianità, oltre che le prospettive: ecco tutte le possibilità
Quello che devi sapere
PENSIONE DI VECCHIAIA
- In primo luogo una via "naturale" per il raggiungimento della pensione passa attraverso la soglia minima d'età. Per accedere all'assegno di vecchiaia il requisito principale resta quello anagrafico. Anche per quest'anno i paletti non cambiano: 67 anni sia per gli uomini sia per le donne. E non ci sono novità sul fronte dei contributi minimi richiesti: 20 anni, sia per i dipendenti sia per gli autonomi, ad eccezione di chi può far valere 15 anni di contributi maturati prima del 15 dicembre 1992 o era stato autorizzato ai versamenti volontari prima del 31 dicembre 1992.
Per approfondire:
Pensioni, riscatto 5 anni contributivi: le istruzioni dell’Inps e cosa c’è da sapere
ANTICIPATA (EX ANZIANITÀ)
- Negli anni la pensione anticipata (ex anzianità) è stata riformata e oggi prevede requisiti più stringenti: se in passato era sufficiente aver maturato 35 anni di contributi indipendentemente dall’età, ora occorrono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Queste soglie rimarranno fisse almeno fino al 2026
QUOTA 103
- Per il 2024 resta aperta la possibilità di uscire dal lavoro tramite Quota 103 ovvero il raggiungimento di 62 anni di età e 41 di contributi. La novità principale riguarda il metodo di calcolo che ora passa per intero tramite il sistema contributivo in sostituzione di quello misto. Di conseguenza, la pensione 2024 non può risultare superiore a 2.395 euro lordi al mese (cioè quattro volte il trattamento minimo) sino al compimento dell’età di 67 anni, mentre in passato era di cinque volte
OPZIONE DONNA
- La misura "Opzione donna" riservata alle lavoratrici consente anche per il 2024 il raggiungimento della pensione con i precedenti requisiti: 35 anni di contributi e 61 anni di età, uno in più rispetto a dodici mesi fa e una penalizzazione nella liquidazione calcolata con il metodo contributivo. L'età minima scende di un anno per ogni figlio nel limite massimo di 2. Occorre poi soddisfare altri requisiti come lo svolgimento di assistenza a un familiare da almeno 6 mesi (caregiver), la dichiarazione di invalidità civile al 74% oppure l'avvenuto licenziamento da parte di aziende in crisi
LAVORATORI PRECOCI
- Un meccanismo di uscita anticipata esiste anche per i lavoratori precoci che hanno iniziato l'attività in giovane età e che quindi maturano i requisiti prima della soglia di vecchiaia. A partire dal 1° maggio 2017, i precoci possono pensionarsi con soli 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età anagrafica ma devono soddisfare ulteriori requisiti: essere disoccupati per licenziamento, assistere un parente da almeno 6 mesi, avere un certificato di invalidità civile al 74% o svolgere lavori usuranti, notturni o pericolosi
PARASUBORDINATI
- Una platea di circa 2 milioni di lavoratori rientra nella categoria dei parasubordinati, a metà tra dipendenti e autonomi, e include ad esempio i collaboratori coordinati e continuativi (Co.co.co). Per loro l'aliquota contributiva si è impennata fino al 33% a dispetto di stipendi piuttosto bassi. In questi casi la pensione viene calcolata con il criterio contributivo che tiene conto dell’ammontare degli accantonamenti effettuati durante l’intera carriera. Grazie alla maggior contribuzione, potranno contare su una rendita un po’ più elevata
APE SOCIALE
- Fino al 31 dicembre 2024, ai lavoratori che al compimento del 63 anni e 5 mesi aderiscono all'Ape, è riconosciuta l'Ape sociale valida dal momento in cui scatta il benificio fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. L'indennità corrisponde all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione, non è soggetta rivalutazione e non può superare i 1.500 euro mensili. Occorre anche in questo caso soddisfare almeno un requisito tra questi: essere careviger da almeno 6 mesi, presentare un certificato che attesti l'invalidità civile al 74% o svolgere lavori usuranti da almeno 7 anni negli ultimi 10. Per i lavoratori disoccupati per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale da licenziamento economico decade da quest'anno il requisito minimo dei 3 mesi dalla conclusione della fruizione dell'indennità di disoccupazione (Naspi o Dis-Coll)
CONTRIBUTI FIGURATIVI
- Per il raggiungimento dei requisiti pensionistici la legge consente di attingere inoltre ad altre tipologie, come i contributi figurativi, riconosciuti senza alcun onere finanziario. Nel regime contributivo possono essere richiesti sino a un massimo di 170 giorni per le assenze dal lavoro, sia per uomini sia per donne, dovute all’educazione di ogni figlio entro i 6 anni di età. In alternativa 25 giorni l’anno, fino a un massimo di 24 mesi per l’intero arco della vita assicurativa, se ci si assenta per assistere i figli sopra i 6 anni, oppure un genitore o il coniuge inabili
CONTRIBUTI VOLONTARI
- I contributi volontari consentono all’ex lavoratore che interrompe il rapporto di conservare i diritti derivanti dall’assicurazione previdenziale obbligatoria. Occorre una specifica autorizzazione richiesta all’Inps e il soddisfacimento di uno tra questi requisiti: almeno 5 anni di contributi indipendentemente dalla collocazione temporale dei contributi versati; almeno 3 anni di contribuzione nei 5 anni che precedono la data di presentazione della domanda. L’aliquota è la stessa prevista per la contribuzione obbligatoria, pari al 33%
PENSIONE MINIMA
- Nel sistema retributivo l'integrazione viene operata nel caso in cui l'assegno mensile maturato risulti inferiore alla soglia minima stabilita. Per l’anno 2024 con un minimo di 599 euro, l’integrazione spetta nella misura totale se il reddito personale non supera 7.782 euro. Per chi è sposato il limite complessivo sale a 16.503 euro. L’integrazione al minimo non è invece contemplata per la pensione calcolata interamente con il criterio contributivo
RISCATTO DELLA LAUREA
- Dal 2019 viene anche introdotta la possibilità di valorizzare in termini contributivi il periodo universiario considerato come anni di lavoro. Nel 2024 il costo di un singolo anno di studio ammonta a 5.991 euro, parametrato calcolando il 33% della retribuzione annua dei commercianti. In alternativa il calcolo ordinario si basa sul 33% della retribuzione degli ultimi 12 mesi.
Per approfondire:
Riscatto della laurea 2024, come utilizzare gli anni di studio per la pensione