Famiglie, dalla riforma Irpef al taglio del cuneo: quanto hanno guadagnato? La simulazione

Economia
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Introduzione

Bankitalia ha valutato il peso effettivo delle misure messe in campo dal governo Meloni a sostegno dei nuclei familiari, come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori, il bonus mamme e la riduzione da quattro a tre scaglioni Irpef: il risultato è che il reddito è cresciuto soltanto dell’1,5%, una media tra l’1% ottenuto dai tre quarti delle famiglie e risultati maggiori, anche fino al 2,4%, di nuclei con uno o due lavoratori a reddito medio-basso.

 

Secondo Palazzo Koch, il meccanismo è disincentivante rispetto all’eventuale possibilità di aumentare le entrate per chi è vicino alle soglie massime di reddito: per questo viene suggerita una riduzione graduale dello sgravio contributivo per i redditi tra i 30 e i 35 mila euro e una sua contestuale estensione fino a 39 mila euro, a oneri zero per lo Stato

Quello che devi sapere

LE MISURE

  • Come nel 2022, con il governo Draghi, e nel 2023, con la prima Manovra dell’esecutivo Meloni, anche la legge di Bilancio 2024 ha investito grandemente su due misure: il taglio del cuneo fiscale di 7 punti percentuali per le retribuzioni annue fino a 25 mila euro, e di 6 punti per quelle comprese tra 25 mila e 35 mila euro; e la riforma dell'Irpef con il passaggio da quattro a tre scaglioni

 

Per approfondire: 

Le province in cui le famiglie risparmiano di più: Biella prima, Ragusa ultima. Classifica

LA MICROSIMULAZIONE

  • Queste due misure saranno in vigore solo per il 2024 e per rifinanziarle per il prossimo anno (ma anche per allargare i tagli ai redditi superiori, come promesso) il governo Meloni dovrà trovare i fondi, cosa non scontata. Nella sua relazione annuale, Bankitalia, attraverso un modello di microsimulazione, ha valutato la ricaduta di questi due interventi sulle famiglie, con l’aggiunta del bonus mamme

COSA SAPERE SUL BONUS MAMME

  • Va ricordato come il bonus mamme è partito lo scorso maggio per le lavoratrici, madri di tre o più figli, che ne hanno fatto richiesta. L’importo del beneficio varia in base al calcolo delle prestazioni pensionistiche dovute, con un limite massimo mensile di 250 euro. Spetta per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026

IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

  • Come sappiamo, ogni dipendente paga sul proprio stipendio il 9,19% in contributi per la pensione. Il taglio del cuneo ha previsto che chi guadagna fino a 25 mila euro ha uno sconto su questi contributi di 7 punti percentuali, che restano dunque nella busta paga. Mentre per i redditi tra 25 mila e 35 mila euro il taglio è di 6 punti. In soldoni, questa riduzione si traduce in un aumento tra i 60 e i 100 euro lordi al mese, una cifra che non si discosta molto dal cosiddetto bonus Renzi

LA RIFORMA IRPEF

  • Il calcolo del risparmio massimo con la riforma dell'Irpef è di 260 euro l'anno e riguarda chi ha un reddito che parte da 28mila euro. Ma il discorso cambia per chi ha un reddito superiore a 50mila euro: avrà infatti una franchigia sulle detrazioni al 19% in dichiarazione dei redditi, che è pari proprio ai 260 euro di risparmio sulle aliquote

COSA POTREBBE SUCCEDERE NEL 2025

  • Non è da escludere, al momento, che l’Irpef possa essere ulteriormente riformata nel 2025, anche se i termini non sono ancora ben chiari. A detta del viceministro Leo, il primo obiettivo del 2025 è consolidare le tre aliquote e “spingerci ancora oltre: vedremo quale sarà il risultato del concordato preventivo biennale per le partite Iva cui dobbiamo tendere la mano ma anche fare in modo che dichiarino redditi coerenti con la loro capacità contributiva, per venire incontro al ceto medio, quello in maggiore sofferenza”

IL CALCOLO TOTALE

  • Queste tre misure, secondo i calcoli di Bankitalia, portano in media per quest’anno a un incremento del reddito disponibile familiare di solo l’1,5%. Scorporando le voci che concorrono a formarlo, l’aumento è sostanzialmente composto per due terzi dai sostegni relativi ai contributi sociali e per un terzo dagli effetti legati alle modifiche Irpef

IL VERO AUMENTO/1

  • Va però ricordato come il dato dell’1,5% resti una semplice media. Scendendo nel dettaglio, infatti, si scopre che i tre quarti delle famiglie, circa il 75%, beneficia di un più basso incremento del reddito disponibile superiore: parliamo di un aumento di circa l’1%, una cifra davvero bassa

IL VERO AUMENTO/2

  • Essendo il dato precedente una media, ci sono gruppi di famiglie con variazioni maggiori (in alcuni casi fino al 2,4%): il primo gruppo è costituito dai nuclei con un solo lavoratore a reddito medio-basso; il secondo da quelli con due lavoratori rientranti in una medesima tipologia contrattuale

IL DISINCENTIVO

  • A ben guardare, il meccanismo è disincentivante rispetto all’eventuale possibilità di aumentare le entrate (ad esempio con straordinari) per chi è vicino alle soglie massime di reddito. Infatti, chi supera anche di poco il tetto, deve improvvisamente pagare più imposte o contributi. Si tratta di chi guadagna poco meno di 25 mila euro, 35 mila euro e 50 mila euro

IL CORRETTIVO

  • Nella sua relazione, Bankitalia immagina anche dei correttivi alle misure e suggerisce, per esempio, una riduzione graduale dello sgravio contributivo per i redditi tra i 30 e i 35 mila euro e una sua contestuale estensione fino a una soglia di 39 mila euro. Una variazione che sarebbe a oneri zero per lo Stato

 

Per approfondire: 

Bonus mamme, NoiPA applicherà l’esonero da maggio: a chi spetta e a quanto ammonta