Bankitalia, Panetta: "Inflazione in calo, possibile taglio dei tassi"

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Il governatore spiega anche che "l’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni. Per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici"

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"L'inflazione è in rapido calo" e si avvicina all'obiettivo del 2% "rendendo possibile un taglio dei tassi". Lo rende noto il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta. Durante il convegno "L'insegnamento di Luigi Einaudi a 150 anni dalla nascita" alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Panetta aggiunge che sta aumentando il consenso "nell'ambito del consiglio direttivo della Bce".

Gli insegnamenti di Einaudi

Panetta ricorda anche alcuni insegnamenti di Einaudi, che è stato un politico, economista e giornalista italiano e secondo Presidente della Repubblica Italiana. "Favorire una concorrenza priva di eccessi, gestire con prudenza le finanze pubbliche, impegnandosi per stimolare la crescita e ridurre il debito, preservare la stabilità monetaria, spostare il concetto di sovranità dal livello nazionale in favore di un’Europa più forte, aperta e solidale, che conti nel mondo". Panetta commenta anche come "l’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni. Per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici".  

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Debito pubblico italiano

Il 2024 inizia con una frenata del debito pubblico italiano. A gennaio il debito si riduce di 14,1 miliardi passando dai 2.862,8 di dicembre 2023 a quota 2.848,7 miliardi. Diminuzione riconducibile al calo delle disponibilità liquide del Tesoro (15,7 miliardi a 34,2), all'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, alla rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e alla variazione dei tassi di cambio, che hanno complessivamente ridotto il debito di 1,3 miliardi, parzialmente compensati dal fabbisogno (2,9 miliardi).

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