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Taglio tasse, sconto ad agricoltori complica caccia alle risorse

Economia

Simone Spina

Non far pagare l’imposta ai coltivatori ha un costo per lo Stato, che prenderà i quattrini necessari dal fondo per la riforma fiscale, che promette di portare circa quattro miliardi aggiuntivi

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Il ritorno dello sconto fiscale per gli agricoltori aggiunge circa 200 milioni al fardello che il governo dovrà gestire l’anno prossimo. La riduzione, decisa per arginare le proteste dei trattori, pur essendo di impatto limitato complica infatti i giochi per Palazzo Chigi, già in difficoltà per trovare i soldi necessari per mantenere le promesse sul Fisco e visti anche i vincoli europei di bilancio più stringenti.

La scommessa della riforma fiscale  

Non far pagare l’imposta ai coltivatori ha un costo per lo Stato, che prenderà i quattrini necessari dal fondo per la riforma fiscale, che promette di portare circa quattro miliardi aggiuntivi. Denari insufficienti, al momento, per centrare tutti gli obiettivi. Che sono, in primis, la conferma per il 2025 della riduzione dell’imposta sui redditi per tutti, varata con l’ultima manovra solo per quest’anno e che costa oltre quattro miliardi. Ne servono, poi, altri dieci se si vuole mantenere la busta paga un po’ più pesante ai lavoratori dipendenti prorogando lo sgravio sui contributi. In totale, dunque, servono quasi 14,5 miliardi.

Altra sforbiciata all'Irpef, dove trovare i fondi?

E non finisce qui, perché il governo vuole dare un’ulteriore sforbiciata alle tasse (l'Irpef) per venire incontro al ceto medio (redditi annui lordi oltre 50mila euro). Un po’ di risorse arriveranno dal concordato preventivo per le Partite Iva (paghi un tot di tasse a prescindere dal reddito) che però non si sa quanto frutterà. A dare fiducia c’è la crescita di quanto recuperato (24,7 miliardi nel 2023) dalla lotta all’evasione, ma si tratta di entrate eventuali (così come l’idea di altre sanatorie o nuovi condoni) che non si possono mettere nero su bianco quando si scrive una manovra. Ancora più aleatorio sperare di poter riscuotere una porzione significativa della montagna di crediti fiscali arretrati. 

Pochi a denari a disposizione e vincoli di bilancio più stretti

Insomma, senza altre fonti da cui attingere, e con le nuove regole comunitarie che limitano la possibilità di fare deficit, non resterebbe che tagliare la spesa o aumentare altre tasse. La sfida per mettere a punto la prossima legge di Bilancio è già cominciata.