Protesta agricoltori, Irpef e Pnrr: quanto pesano tasse e aiuti

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Fra le ragioni della mobilitazione c'è l'imposta sui redditi sui terreni. E' stata scongelata con l'ultima manovra dopo sette anni di esonero e vale circa 200 milioni l'anno. Quasi otto miliardi, invece, i fondi a sostegno del settore previsti nel Piano Nazionale di Ripresa: sono aumentati dopo le modifiche approvate dall'Unione Europea a novembre

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Uno dei motivi della protesta dei trattori è l’Irpef. Cioè: l’imposta sui redditi dei terreni agricoli. Questa tassa si paga per il solo fatto di essere proprietari di un campo o perché lo si coltiva, a prescindere dei guadagni e in base a parametri prestabiliti. Un balzello che si somma a quelli sulle altre entrate, finendo per alzare il carico fiscale.

Come funziona la tassa sui terreni agricoli

E quello che un po' che accade quando si posseggono delle case: si deve versare qualcosa al Fisco, in virtù di determinati parametri (valori catastali), perché se ne è titolari. Per gli agricoltori l’Irpef sui terreni riguarda non solo i proprietari (si parla di reddito dominicale) di un campo ma anche chi lo coltiva (si chiama reddito agrario). 

Irpef agricola, chi riguarda e quanto vale

Per sette anni, questa tassa è stata congelata, ma, con l’ultima manovra, il governo non ha prorogato lo sgravio. A beneficiarne sono stati circa 400mila contribuenti, fra coltivatori diretti e imprendori agricoli che versano i contributi previdenziali, con un buco per le casse dello Stato stimato in circa 200 milioni di euro l'anno.

Pnrr, con le modifiche fondi all'agricoltura aumentati

Gli agricoltori non protestano solo per questo e tra le loro ragioni c’è la richiesta di aiuti. Su questo versante, Giorgia Meloni negli ultimi tempi ha detto a più riprese che si è fatto molto per il settore, in particolare col Piano Nazionale di Ripresa. Che Palazzo Chigi ha voluto cambiare. La trattativa con Bruxelles, che finanzia il Pnrr, è iniziata in estate e a novembre è arrivato il via libera comunitario alle modifiche, con le quali i fondi per l’agricoltura sono passati dai circa 4,9 miliardi a quasi 7,8. 

Come saranno spese le nuove risorse

Si tratta di denari in più ottenuti dopo un lungo negoziato per la maggior parte (2 miliardi) per sovvenzioni che puntano a migliorare la produzione riducendo l’inquinamento. La fetta restante (850 milioni) è, invece, destinata a incentivi per l’installazione di pannelli solari.

 

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