Evergrande, ordine di liquidazione dal tribunale di Hong Kong

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L’Alta corte ha disposto l'ordine di liquidazione del colosso dopo il mancato accordo con i principali creditori: la maratona negoziale del weekend si è conclusa con un nulla di fatto sulla ristrutturazione del debito offshore. Il direttore esecutivo di Evergrande: “Decisione molto deplorevole, contrario alle nostre intenzioni originali”. Stop titoli in Borsa ma i mercati dell’ex colonia britannica tengono bene

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Il tribunale di Hong Kong ha disposto l'ordine di liquidazione di Evergrande come risultato del mancato accordo con i principali creditori dopo che la maratona negoziale del weekend si è conclusa con un nulla di fatto sulla ristrutturazione del debito offshore. L'udienza sulla liquidazione di Evergrande dinanzi all'Alta corte di Hong Kong è iniziata alle 9.30 locali (2.30 in Italia) e ha avuto una brevissima durata, con la giudice Linda Chan che ha preso atto del nulla di fatto dei negoziati sul piano di ristrutturazione e della inconsistenza degli sforzi profusi da Evergrande per averne uno potenzialmente funzionante. "In base all'evidente mancanza di progressi da parte della società nel presentare una proposta di ristrutturazione realizzabile, ritengo opportuno che il tribunale emetta un ordine di liquidazione nei confronti della società e a tal proposito lo emetto", ha detto Chan. La giudice, inoltre, terrà nel primo pomeriggio (14.30 locali) una rara udienza su un possibile "ordine regolamentare", il cui scopo è quello di consentire al tribunale di regolare il processo di liquidazione, includendo la potenziale nomina di un liquidatore ad hoc.

Stop titoli in Borsa dopo ordine liquidazione

I titoli Evergande sono stati sospesi alla Borsa di Hong Kong dopo l'ordine di liquidazione del gruppo deciso dal tribunale dell'ex colonia britannica. Evergrande è stata sospesa dalle contrattazioni alla Borsa di Hong Kong quando perdeva il 20,87%, toccando i nuovi minimi storici di 0,16 dollari di Hk sull'ordine di liquidazione del gruppo deciso dall'Alta corte dell'ex colonia britannica. Lo stop alle negoziazioni è stato disposto anche per le azioni delle due controllate del gruppo di Shenzhen, l'ex colosso che sconta la profonda crisi del settore immobiliare cinese, attive rispettivamente nelle auto elettriche e nella gestione dei servizi immobiliari: Evergrande NEV (-18,21% a 0,23 dollari di Hk) e Evergrande Services (-2,50% a 0,39 dollari di Hk).

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Evergrande: “Molto deplorevole l'ordine di liquidazione”

Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito "molto deplorevole" la decisione dell'Alta corte di Hong Kong di disporre la liquidazione del colosso di Shenzhen oberato da oltre 300 miliardi di dollari di debiti. "La sentenza odierna è contraria alle nostre intenzioni originali", ha osservato il manager parlando con il quotidiano economico cinese 21st Century Business Herald, in quello è che il primo commento sugli sviluppi. "Possiamo solo dire che abbiamo fatto del nostro meglio ed è molto deplorevole", ha aggiunto, che il gruppo "affronterà le difficoltà e i problemi e adotterà tutte le misure legali del caso". Malgrado la liquidazione, contro cui è possibile la strada del ricorso in appello, il gruppo farà tutto il possibile "per portare avanti con costanza il funzionamento normale delle sue attività con la premessa di salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi dei creditori nazionali ed esteri", ha osservato ancora il manager. Allo stesso tempo, Evergrande "comunicherà anche in modo proattivo con il liquidatore, coopererà in conformità con la legge nell'adempimento delle procedure pertinenti e seguirà le pratiche internazionali e le regole del mercato per promuovere il lavoro di liquidazione del debito e altri compiti chiave, tra cui garantire la consegna delle proprietà".

Borsa Hong Kong bene malgrado Evergrande

La Borsa di Hong Kong, a dispetto del crack di Evergrande, chiude positiva e con buoni guadagni. L'indice Hang Seng termina in rialzo dello 0,78%, circa la metà rispetto ai massimi intraday, e si attesta a 16.077,24 punti. A sorpresa, finiscono sugli scudi i titoli dei principali sviluppatori immobiliari cinesi, duramente colpiti dalla crisi del settore. Invece i listini cinesi invertono la rotta e cedono terreno.

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