Riforma autonomia, costi ancora tutti da capire

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Più poteri alle Regioni ma bisogna prima stabilire quali saranno gli standard garantiti ai cittadini sui servizi - dalla sanità all'istruzione - in modo che ci sia uniformità in tutto il Paese. Si dovrà determinare anche l'impatto sul bilancio dello Stato, senza far saltare i conti, altrimenti non ci sarà il decentramento

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L’autonomia differenziata avrà un costo? E quale? Si tratta di domande cruciali perché è sulle risorse che si gioca la concreta attuazione della riforma che promette di dare più poteri alle Regioni.

Impatto rilevante sulle finanze

Non esiste al momento una stima di quanti soldi servirebbero, ma da una prima ricognizione (il rapporto del Comitato guidato da Sabino Cassese) è emerso che l’impatto sui conti pubblici potrebbe essere rilevante, perché bisognerà garantire a tutti i cittadini parità di trattamento in molti servizi.

Servizi standard da garantire

Parliamo dei cosiddetti Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), in pratica standard uguali in ogni parte del Paese per la maggior parte dei settori decentrati (escluse alcune competenze come protezione civile e commercio con l’estero).  Dalla sanità all’istruzione, passando per i trasporti e la sicurezza sul lavoro, ci dovrà essere uniformità, come dire: curarsi in Calabria come in Lombardia senza differenze.

Il rischio disuguaglianze

Poiché però le Regioni che chiederanno più poteri potranno trattenere più di ora una parte delle tasse, lo Stato si ritroverà meno fondi per andare in soccorso a chi ha i conti locali in rosso ed equilibrare le disuguaglianze geografiche, già molto forti fra Nord e Sud.

Due anni di tempo per attuare la riforma

Per evitare tutto questo bisognerà assicurare – appunto – livelli minimi nei servizi, ma i parametri non sono stati ancora stabiliti. Il governo ha due anni di tempo dall’approvazione finale della riforma (non prima di giugno) per metterli nero su bianco. Solo con questa fotografia si capirà quanti denari saranno necessari per evitare disparità che peserebbero sulla vita di molti italiani.

La coperta: tagli alle spese e aumento delle tasse

Se emergesse che serviranno molte risorse, a quel punto non rimarrebbe che tagliare altre spese o aumentare le tasse. La riforma dell’autonomia, infatti, è legata a un vincolo: non deve far saltare i conti pubblici e, in mancanza di una nuova entrata che copra un esborso, il decentramento rischierebbe di rimanere solo sulla carta.

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