Università, aumentano le matricole: quali sono gli atenei e i corsi più frequentati
In un contesto occupazionale ancora segnato da una certa differenza tra uomini e donne, il dato del Ministero dell’Università e della Ricerca, che evidenzia come le donne sono la maggioranza tra le nuove matricole, rappresenta un'inversione di tendenza. Eppure, se si analizzano i numeri di coloro che proseguono negli studi accademici, si nota come a prevalere siano ancora gli uomini
- I giovani stanno tornando all’Università. A dirlo sono le ultime immatricolazioni presso i vari atenei italiani, che anche a gennaio confermano le tendenze già viste a dicembre: le matricole crescono sia sul 2022/23 (+2,5%) che sul 2021/22 (+2%) del boom post-Covid
- A tirare la volata sono le ragazze, che rappresentano il 56,4% dei neoiscritti (erano il 56,3% appena dodici mesi fa)
- E gli uomini invece? Come mostra il focus Analisi di genere dell’Agenzia Anvur, i ruoli apicali restano saldamente in mano agli uomini e questo delinea una certa questione di genere
- Il nostro resta uno dei Paesi dove le differenze occupazionali tra uomini e donne sono tra le più marcate, stimabili in oltre 15 punti percentuali. Per questo, un aumento delle immatricolazioni non può che essere considerato un fatto positivo, sia perché ciò comporterà inevitabilmente più laureati (siamo penultimi in Ue, precediamo solo la Romania) sia perché questo porterà potenzialmente a un lavoro migliore dopo gli studi
- Come evidenziano le statistiche del Miur, il Ministero dell'Università e della Ricerca, siamo passati dai 307.818 del 2022/23 ai 315.550 del 2023/24. Di questi, più della metà sono donne (177.976 contro le 173.345 del 2022/23, +2,6%)
- Ma come si spiega una tale crescita? La ragione è legata essenzialmente all’aumento degli slot per Medicina e discipline collegate, passate in appena dodici mesi da 33.882, di cui 23.958 ragazze, a 38.529, tra cui 27.152 donne
- Rappresentano invece un caso il calo delle immatricolazioni ai corsi Stem, che nel 2022/23 erano 94.305 (di cui 37.456 donne) e adesso sono 93.256 (con 36.816 ragazze)
- Il panorama, se si guarda ateneo per ateneo, resta frastagliato. Alcune maxi-realtà, come per esempio l’università La Spaienza di Roma o quella di Bologna, perdono matricole su entrambi gli anni precedenti mentre altri atenei, come il Federico II di Napoli Federico II o la Statale di Milano, registrano aumenti rispetto all’anno scorso. Infine, alcune università, come quella di Pavia, Verona, Trento, Calabria, Palermo, mostrano di guadagnare iscritti anche sul 2021/22
- E le altre materie? Leggera flessione per il corso di Arte e Design e anche per la branca letterario-umanistica e per il linguistico, dove a registrare la flessione maggiore sono soprattutto le ragazze rispetto ai ragazzi. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda i settori di Educazione e Formazione; Economico; Giuridico e anche il Politico-Sociale e Comunicazione. Scendono invece sia il settore Psicologico che quello Agrario-Forestale e Veterinario
- Come evidenzia Anvur, se fino al dottorato di ricerca sono le ragazze ad essere maggioranza, la scena si ribalta quando si passa alla vita accademica, dove a dominare sono ancora gli uomini. Nonostante la percentuale di donne associate (tra il 2012 e il 2022) sia cresciuta dal 34,9% al 42,3%, quella delle ordinarie dal 20,9% al 27% e quella delle rettrici dal 7,5% al 12,1%, il soffitto di cristallo negli atenei è ancora ben saldo
- Un ritardo, quello degli atenei italiani, che altrove in Europa non si registra. Se prendiamo, ad esempio, la quota di donne tra i docenti universitari, notiamo come sia inferiore a quella osservata in Europa (36,9% nel 2013 e 38,3% nel 2021) e, pur migliorando, lo fa a un ritmo (+1,4%) tra i più bassi registrati nel Vecchio continente