Ex Ilva a un passo dal commissariamento

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Il governo ha avviato l'iter per il commissariamento, visto che non si è trovato un accordo per un divorzio consensuale col socio privato Arcelor-Mittal. Per garantire l'attività del polo sideurgico che ha il suo cuore a Taranto, ci sarà un prestito statale di 320 milioni e la ricerca di un partner industriale. Tra gli obiettivi, quello di garantire i posti di lavoro, ma i sindacati sono preoccupati

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A un passo dal commissariamento e, quindi, dal salvataggio pubblico. Per Acciaierie d’Italia, l’erede dell’Ilva, il destino sembra segnato. Il governo ha avviato l’iter per l’amministrazione straordinaria, che – in pratica – porterebbe nelle mani statali la gestione del gruppo siderurgico che ha il grosso delle sue attività a Taranto.

Entro due settimane il verdetto

La procedura, annunciata nell’incontro fra Esecutivo e sindacati, non è formalmente arrivata al traguardo: Arcelor-Mittal, il socio di maggioranza dell’azienda gestita insieme alla controllata pubblica Invitalia, ha due settimane per replicare, cioè per dire se è insolvente. Se così fosse, o in assenza di una risposta, il timone passerà allo Stato.

Divorzio consensuale sfumato

Il tentativo di un divorzio consensuale sarebbe dunque naufragato e nulla sembra poter ormai salvare  il matrimonio. D’altra parte, la multinazionale, non reputa più strategico il nostro Paese e non vuole mettere altri soldi.

Dallo Stato 320 milioni

A scucire i denari ci penserà lo Stato, con – nell’immediato – 320 milioni per evitare di chiudere i battenti e pagare i creditori. Poi serviranno altri quattrini (oltre un miliardo nel giro di qualche mese) e un nuovo partner privato e autorevole in grado di prendere le redini dell’acciaieria. Questa è l’intenzione di Palazzo Chigi per quella che è stata descritta come una nazionalizzazione a tempo e predisposta qualche giorno fa con un decreto col quale si prevedono una serie di strumenti per garantire i posti di lavoro (con la cassa integrazione) e la produzione.

Attività e produzione, i timori dei sindacati

Obiettivi dichiarati dal governo, che dovrà convincere i sindacati, preoccupati per i circa 20mila posti di lavoro (tra dipendenti e indotto) coinvolti nell’ennesima crisi di un polo industriale che attende di cambiare pagina con un profondo risanamento ambientale. 

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