Davos 2024, Zelensky al World Economic Forum: "Putin incarna la guerra e non cambierà"
Si è conclusa la prima giornata di lavori della 54esima edizione dell’incontro. Tanti i temi: dal clima alle guerre in corso. Diversi gli interventi: dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen al leader ucraino Volodymyr Zelensky, dal premier cinese Li Qiang all’ex segretario di Stato Usa John Kerry e all’attuale Antony Blinken, fino al premier giordano Bisher Hani Al Khasawneh. In chiusura una cena dei leader sui temi LGBTQI+
Zelensky,: "Putin incarna la guerra e non cambierà"
"Un uomo, Vladimir Putin, ha rubato 13 anni di pace sostituendola con dolore, dolore, dolore che colpisce tutto il mondo. Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al Forum di Davos.
Zelensky a Blinken: "Contiamo su sostegno Usa, è essenziale"
"Un incontro significativo con il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Abbiamo discusso dell'ulteriore cooperazione in materia di difesa tra Ucraina e Stati Uniti. La difesa aerea e le capacità a lungo raggio sono particolarmente importanti per il nostro Paese", ha scritto sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da Davos, ringraziando il presidente degli Stati Uniti, il Congresso e il popolo americano per "il costante e potente aiuto all'Ucraina". "Contiamo sul continuo sostegno degli Stati Uniti, che è essenziale per il nostro Paese", ha sottolineato Zelensky su X, riferendo di aver informato Blinken e Jake Sullivan "dell'attuale situazione del campo di battaglia, dei compiti chiave per le forze di difesa ucraine quest'anno e dei mezzi necessari per adempierli".
Stoltenberg: “Sono certo che gli alleati continueranno a sostenere Kiev”
"La situazione sul campo in Ucraina è estremamente difficile: i russi spingono su molti assi, la controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati e i russi ricevono aiuti dall'Iran e dalla Corea del Nord. Non dobbiamo mai sottovalutare la Russia. Sono certo che gli alleati continueranno a sostenere Kiev, non per carità ma perché è nel nostro interesse". Lo ha detto a Davos il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Secondo Stoltenberg, ci sono anche motivi per essere ottimisti. "La cosa più importante è che l'Ucraina è sopravvissuta come nazione indipendente, i suoi cittadini vogliono essere parte dell'Ue e non sono mai stati più vicini alla Nato di ora: e queste sono sconfitte per la Russia", ha spiegato.
Baerbock: guerra a Gaza è "un disastro totale
La guerra a Gaza è "un disastro totale: per Israele, per i palestinesi di Gaza e per il mondo intero". Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, parlando a Davos nel panel dedicato alla situazione geopolitica nel mondo. "Stiamo lavorando perché una scintilla non infiammi tutta la regione. E vediamo le conseguenze anche in Ucraina, dove i media non riportano gli attacchi più violenti da parte russa dall'inizio dell'invasione", ha aggiunto.
Marina Silva: “Uscire dalla dipendenza da petrolio”
La ministra dell'Ambiente e del Cambiamento climatico brasiliana, Marina Silva, ha difeso la fine della "dipendenza" dal petrolio parlando alla stampa nel corso del Forum economico mondiale di Davos. "Il Brasile è un produttore di petrolio e si impegna a raggiungere l'obiettivo di uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili", ha detto l'ex attivista ecologica, che partecipa al Forum insieme al ministro delle Miniere e dell'Energia, Alexandre Silveira. I due ministri non vanno d'accordo sull'esplorazione petrolifera alla foce del Rio delle Amazzoni, argomento che ha creato tensioni all'interno del governo. Silva ha poi minimizzato l'assenza del presidente Luiz Inácio Lula da Silva a Davos e ha ricordato che il leader progressista ha difeso la lotta contro il cambiamento climatico anche il mese scorso, in occasione della Cop28 di Dubai.
L’attività diplomatica dell’Ue sul tema Balcani
La situazione nei Balcani occidentali, la stabilità e la cooperazione nella regione e le prospettive del dialogo sul Kosovo fra Belgrado e Pristina sono i temi al centro di una intensa attività diplomatica che l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak ha avviato a margine del Forum economico mondiale di Davos. Dopo aver incontrato ieri il capo negoziatore kosovaro e vicepremier Besnik Bislimi, Lajcak ha visto nelle ultime ore James O'Brien, assistente segretario di Stato Usa per Europa e Eurasia, e il presidente macedone Stevo Pendarovski. Sempre a Davos sono previsti incontri separati di Lajcak con il presidente serbo Aleksandar Vucic, giunto oggi al Forum, e il premier kosovaro Albin Kurti. Non vi sarà alcuna riunione trilaterale con un faccia a faccia tra i due leader, le cui posizioni restano distanti nel dialogo Belgrado-Pristina che si tiene con la mediazione della Ue.
Li Qiang: “La concorrenza aiuta la cooperazione'”
Una sana concorrenza è la chiave per rafforzare la cooperazione e l'innovazione, ma il mondo deve "rimuovere le barriere alla concorrenza e cooperare sulle strategie ambientali e sullo scambio scientifico internazionale", ha detto ancora il premier cinese Li Qiang parlando al World Economic Forum di Davos. Ha rimarcato "l'importanza di mantenere le catene di approvvigionamento globali stabili e fluide". Li non ha nominato Paesi in termini espliciti, ma negli ultimi anni Pechino è alle prese con un pesante braccio di ferro con gli Stati Uniti e l'Unione Europea sul commercio, in particolare sull'alta tecnologia e sull'energia pulita. Il premier ha affermato che "nuove misure discriminatorie in materia commerciale e di investimento" appaiono ogni anno e che "qualsiasi ostacolo o interruzione può rallentare o bloccare il flusso della linfa vitale dell'economia mondiale". "La Cina ha costantemente dimostrato al mondo di essere un Paese degno di fiducia", ha continuato, mentre "ci sono molti esempi in cui la capricciosità di una parte mina la fiducia reciproca con gli altri. Solo quando tutte le parti si trattano reciprocamente con sincerità e lavorano nella stessa direzione si potranno creare basi più forti di fiducia e maggiori frutti di cooperazione", ha concluso Li.
Li: “L'economia cinese si è ripresa”
La crescita cinese del 2023 di "circa il 5,2%" rappresenterebbe un miglioramento rispetto al 3% del 2022, quando l'economia scontò le misure draconiane anti-Covid. Tuttavia, il dato sarebbe la crescita più bassa dal 1990, al netto degli anni della pandemia. "L'economia cinese in generale si è ripresa ed è migliorata lo scorso anno", ha detto il premier cinese Li a Davos, ricordando che il Pil intorno al 5,2% sarebbe superiore all'obiettivo "di circa il 5% che ci eravamo prefissati all'inizio dello scorso anno". Nonostante l'abolizione delle restrizioni sanitarie, la Cina sconta la pesante crisi del settore immobiliare, la mancanza di fiducia delle imprese e i consumi stagnanti, mentre la disoccupazione giovanile - schizzata a metà 2023 oltre il 21% - è stata depennata dalle statistiche ufficiali. "Non importa come cambierà la situazione mondiale, la Cina aderirà alla sua politica nazionale di apertura verso il mondo esterno", ha proseguito il premier, aggiungendo che "l'apertura non potrà che diventare sempre più ampia. Scegliere il mercato cinese non è un rischio ma un'opportunità". "Adotteremo misure attive per affrontare le ragionevoli preoccupazioni della comunità imprenditoriale globale", ha detto ancora Li. L'economia cinese "sta facendo progressi costanti, è in grado di gestire alti e bassi nelle sue prestazioni e continuerà a fornire slancio globale" grazie alla "tendenza generale di crescita a lungo termine che non cambierà".
Messina: da Intesa 1,5 miliardi in programma contro povertà
"Abbiamo deciso di impegnare 1,5 miliardi di euro in un programma ad alto impatto sociale per contrastare la povertà e per ridurre le disuguaglianze per essere la prima impact bank al mondo". Lo ha detto, a Davos, il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, introducendo il concerto inaugurale di cui la banca è sponsor da diversi anni. "Gli investimenti che stiamo facendo in questo ambito sono secondi solo ai nostri investimenti in tecnologia, intelligenza artificiale, banca digitale. Allo stesso tempo, grazie alle attività nel sociale diamo lavoro a persone che possono trovarsi in situazioni difficili a causa degli impatti sul lavoro dell'intelligenza artificiale: su 100mila persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, mille lavorano nel sociale", ha aggiunto.
Stoltenberg: “L'Ucraina è più vicina che mai alla Nato”
"È stato bello iniziare la giornata a Davos incontrando il presidente Zelensky. Nonostante la difficile situazione sul campo di battaglia, c'è motivo di ottimismo: l'Ucraina conserva la sua indipendenza, gli ucraini hanno rifiutato la Russia e scelto l'Occidente e l'Ucraina è più vicina che mai alla Nato". Lo ha scritto su X il segretario generale dell'alleanza Jens Stoltenberg.
Li Qiang: Pil 2023 della Cina “in rialzo di circa il 5,2%”
Al World Economic Forum di Davos è intervenuto anche il premier cinese Li Qiang. Ha detto di vedere un Pil 2023 del Dragone in rialzo "di circa il 5,2%". La stima ufficiale del governo di Pechino era stata fissata lo scorso marzo a "circa il 5%". "La mancanza di fiducia sta esacerbando i rischi per la crescita economica globale e lo sviluppo pacifico", ha detto Li Qiang. Secondo il premier, "è essenziale ricostruire la fiducia", anche mettendo da parte i "pregiudizi". "La fiducia viene prima di tutto dalla nostra aspirazione comune per un futuro migliore per l'umanità e dalla nostra volontà comune di lavorare insieme per questa visione", ha aggiunto.
Von der Leyen: “Ia aumenta la produttività, l'Ue investirà”
Von der Leyen ha parlato anche di intelligenza artificiale. "Il Global Risk Report del World economic forum –ha detto – colloca l'intelligenza artificiale come uno dei principali rischi potenziali per il prossimo decennio. Ma non dimentichiamo che l'Ia rappresenta anche un'opportunità molto significativa, se utilizzata in modo responsabile. Sono un'ottimista tecnologica", convinta che l'intelligenza artificiale "può aumentare la produttività a una velocità senza precedenti. Chi si muove per primo verrà premiato e la corsa globale è già iniziata", e "l'Europa deve alzare la posta e indicare la strada verso un uso responsabile dell'intelligenza artificiale". L'Europa, ha spiegato la presidente, "è ben posizionata per diventare il leader dell'intelligenza artificiale industriale, ovvero l'uso dell'intelligenza artificiale per trasformare le infrastrutture critiche affinché diventino intelligenti e sostenibili". L'Ue userà il suo vantaggio competitivo, cioè i suoi circa 200.000 ingegneri informatici con esperienza nell'intelligenza artificiale, "una concentrazione maggiore di Stati Uniti e Cina. E il nostro continente ha un enorme vantaggio competitivo anche sui dati industriali. Possiamo addestrare l'intelligenza artificiale su dati di qualità ineguagliabile. E noi vogliamo investire in questo, per cui forniremo alle start-up e alle Pmi europee l'accesso ai nostri supercomputer, in modo che possano sviluppare e addestrare grandi modelli di intelligenza artificiale. Questo è simile a ciò che Microsoft sta facendo per ChatGPT, eseguendolo sui propri supercomputer", ha detto von der Leyen.
Von der Leyen: “Ucraini hanno bisogno di finanziamenti”
"Quando la Russia invase l'Ucraina, molti temevano che Kiev sarebbe caduta in pochi giorni e il resto del Paese nel giro di poche settimane. Ciò non è accaduto. Invece, la Russia ha perso circa la metà delle sue capacità militari. L'Ucraina ha cacciato la Russia dalla metà dei territori che aveva conquistato. L'Ucraina ha respinto la flotta russa del Mar Nero e ha riaperto un corridoio marittimo per fornire grano al mondo. E l'Ucraina ha mantenuto la sua libertà e indipendenza", ha detto ancora Von der Leyen a Davos. Il fallimento della Russia è anche economico: "Le sanzioni hanno slegato la sua economia dalla tecnologia moderna e dall'innovazione. Ora dipende dalla Cina. E, infine, il fallimento della Russia è anche diplomatico. La Finlandia ha aderito alla Nato. La Svezia seguirà presto. E l'Ucraina è più vicina che mai all'Unione europea", ha spiegato. "Tutto ciò ci dice che l'Ucraina può prevalere in questa guerra. Ma dobbiamo continuare a rafforzare la loro resistenza. Gli ucraini hanno bisogno di finanziamenti prevedibili per tutto il 2024 e oltre. Hanno bisogno di una fornitura di armi sufficiente e prolungata per difendere l'Ucraina e riconquistare il suo legittimo territorio. Hanno bisogno di capacità per scoraggiare futuri attacchi da parte della Russia. E hanno bisogno anche di speranza. Hanno bisogno di sapere che, con la loro lotta, guadagneranno un futuro migliore per i loro figli. E il futuro migliore dell'Ucraina si chiama Europa", ha detto la presidente.
Von der Leyen: “Ucraina può vincere questa guerra”
Ursula von der Leyen ha parlato anche della guerra in Ucraina. "La Russia sta fallendo nei suoi obiettivi strategici. È prima di tutto un fallimento militare", ma anche economico e diplomatico, e "tutto questo ci dice che l'Ucraina può vincere questa guerra. Ma noi dobbiamo continuare a sostenere la sua resistenza. L'Ucraina ha bisogno di un sostegno finanziario prevedibile nel 2024 e oltre", ha detto la presidente della Commissione Ue al World economic forum.
Von der Leyen: “Ue può guidare collaborazione globale”
"Ancora una volta la realtà che fa riflettere è che ci troviamo a competere più intensamente tra Paesi rispetto al passato", ma "questo non è il momento per il conflitto o la polarizzazione, è il momento di costruire la fiducia, di guidare la collaborazione globale più che mai". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al World economic forum. Per la presidente, "l'Europa può e deve prendere il comando nel dare forma alla risposta globale" alle sfide.
Qatar: “Risposta internazionale deludente”
Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, parlando della guerra in Medio Oriente, ha ribadito: “È molto deludente la risposta internazionale alla guerra nella regione”, ma “occorre negoziare per arrivare a una vera soluzione a due Stati” per israeliani e palestinesi. Anche perché “non esiste alcuna formula magica che possa riportare indietro a quello che era prima del 7 ottobre”. “Ci sono politici che ritengono che la situazione a Gaza possa essere ignorata”, ha aggiunto. “La fine della guerra, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri palestinesi, nonché la situazione in Cisgiordania devono essere affrontati rapidamente. La situazione in Cisgiordania non è meno grave di quella a Gaza, ma non vediamo una vera reazione da parte della comunità internazionale a riguardo”, ha detto ancora. Poi, riferendosi alla denuncia presentata dal Sudafrica presso la Corte internazionale di Giustizia, ha dichiarato: “Ci chiediamo come si sarebbe comportata la comunità internazionale di fronte alle dichiarazioni che invocavano il genocidio se fossero arrivate da altre parti”.
Qatar: “Per Gaza serve una soluzione a due Stati”
"Per Gaza serve una soluzione a due stati". Lo ha ribadito a Davos il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Al Thani, come riporta Bloomberg, ha sottolineato che, "come sempre, preferiamo una soluzione diplomatica e occorre evitare una ulteriore escalation". Per la Striscia, ha aggiunto, ora "c'è poca prospettiva di un aiuto finanziario" e non sarà possibile ripristinare "lo status quo ante 7 ottobre (il giorno dell'attacco di Hamas a Isreale, ndr)". Sul futuro di Hamas, Al Tahani ha spiegato che devono "essere i palestinesi a decidere se sia parte della soluzione" del conflitto.
“Aumento catastrofico di malattie sensibili al clima”
Il climate change innescherà anche un aumento catastrofico di malattie sensibili al clima, come quelle trasmesse dalle zanzare ad esempio. Lo dice sempre il report presentato a Davos. Le temperature più calde aumenteranno il periodo riproduttivo e la zona abitata dalle colonie di insetti, portando all'espansione di malattie come malaria, dengue e Zika anche in zone climatiche temperate e meno colpite, come Europa e Stati Uniti. Entro il 2050, spiega il rapporto, altri 500 milioni di persone potrebbero essere a rischio di contagio. Il cambiamento climatico aggraverà anche la disuguaglianza sanitaria. Le popolazioni più vulnerabili, donne, giovani, gli anziani e le persone a basso reddito, gruppi e comunità difficili da raggiungere, saranno i più colpiti dalle conseguenze degli eventi estremi. Africa e Asia meridionale saranno le più vulnerabili perché non riusciranno ad adattare i loro servizi medici già scarsi.
Il report sul clima
Il rapporto del Wef sul clima ha l’obiettivo di quantificare le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute, sia in termini di mortalità sia di costi per la sanità. Sei le principali categorie di eventi climatici analizzati: inondazioni, siccità, ondate di calore, tempeste tropicali, incendi e innalzamento del livello del mare. Sono le alluvioni a rappresentare il rischio più elevato per la mortalità: secondo lo studio, causerebbero da sole 8,5 milioni di decessi entro il 2050. La siccità, indirettamente collegata al caldo estremo, è la seconda causa di mortalità (la previsione è di 3,2 milioni di morti). Ma sono le ondate di calore, cioè lunghi periodi di temperature elevate e umidità, a rappresentare il costo maggiore in termini economici: 7,1 trilioni persi a causa della perdita di produttività. “Anche con un aumento della temperatura terrestre di soltanto 1,1 gradi centigradi, questi eventi estremi stanno causando significative perdite economiche, distruzioni di infrastrutture e malattie", spiega il rapporto. E ricorda che a settembre 2023 gli Stati Uniti avevano già raggiunto il record di un miliardo di dollari persi a causa dei disastri naturali, come le tempeste tropicali, gli incendi alle Hawai, le alluvioni in Vermont e le piogge torrenziali in California.
Crisi climatica potrebbe causare 14 mln di morti entro il 2050
La crisi climatica potrebbe causare 14,5 milioni di morti entro il 2050: è quanto emerge da un'analisi del World Economic Forum. L'analisi avverte che i disastri naturali aggravati dal clima potrebbero portare a perdite economiche per 12,5 trilioni di dollari e a costi aggiuntivi per il sistema sanitario pari a oltre mille milioni di dollari. La crisi climatica, spiega il report, aggraverà le disuguaglianze sanitarie globali, lasciando i più vulnerabili maggiormente a rischio.