Ieri Roma ha inviato alla Commissione europea la domanda di pagamento della quinta tranche da 10,6 miliardi. Nei giorni scorsi era arrivato anche il bonifico di Bruxelles da 16,5 miliardi di euro per la quarta rata. Nel 2024 poi, i target e milestone da raggiungere saranno quelli della sesta tranche da 11 miliardi entro giugno, e della settima da 18 miliardi entro dicembre
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Dopo l’arrivo del bonifico Ue da 16,5 miliardi di euro per la quarta rata, l'Italia rispetta la tabella di marcia del suo Pnrr e ieri ha inviato alla Commissione europea di Bruxelles la domanda di pagamento della quinta tranche da 10,6 miliardi. Una duplice meta centrata dopo i lunghi mesi di confronto con i servizi di Ursula von der Leyen nel complesso negoziato per ridisegnare gli obiettivi del maxi-piano da 194,4 miliardi. Messa da parte la soddisfazione del risultato, Roma è determinata, nelle parole della premier, "a proseguire il lavoro anche nei prossimi mesi". Mesi durante i quali il governo dovrà continuare a inanellare traguardi e a rendicontare la spesa del bottino da 101,9 miliardi incassato finora. In attesa del quinto versamento che, ha preannunciato il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, sarà oggetto di un esame Ue "molto rigoroso".
Chiesta la quinta rata
A dossier finalizzato al termine dell'ultima cabina di regia prima di Natale, la richiesta dell'Italia è stata inviata alla Commissione europea completa dei 52 obiettivi, tra target e milestone, concordati nei mesi scorsi. Ora il consueto iter di verifica prende il via: il primo a esprimersi sarà come sempre l'esecutivo Ue, poi toccherà al Comitato economico e finanziario dare la sua approvazione, prima della vidimazione finale del Consiglio Ue. Nel 2024 poi, i target e milestone da raggiungere saranno quelli della sesta tranche da 11 miliardi entro giugno, e della settima da 18 miliardi entro dicembre.
Cosa c’è nella richiesta
Nel lungo elenco di traguardi della tranche - snelliti rispetto ai 69 previsti nel piano originario targato Mario Draghi - figurano investimenti nei comparti dell'agricoltura per aumentare l'efficienza dei sistemi di irrigazione e la produzione di energia verde; del settore idrico, con nuove opere per il potenziamento delle condotte, dei sistemi di depurazione e per ridurre le perdite di rete; dell'ambiente, con attenzione agli impianti di valorizzazione dei rifiuti; ma anche nei trasporti, con il rafforzamento del parco autobus a emissioni zero; delle infrastrutture, con l'elettrificazione della linea ferroviaria del Mezzogiorno e l'alta velocità lungo la tratta Salerno-Reggio Calabria. E in tema di riforme Palazzo Chigi ricorda di aver centrato gli obiettivi sulla piena operatività dell'e-procurement, la riorganizzazione del sistema scolastico, la riforma della concorrenza e il quadro legislativo degli appalti pubblici. Un risultato, è l'osservazione di Fitto, "frutto di un grande lavoro di squadra e di un dialogo costante e positivo con la Commissione", che ha portato l'Italia a chiedere formalmente per prima tra i Ventisette il quinto pagamento dal Next Generation Eu.
vedi anche
Pnrr, Meloni: "Dalla revisione del Piano 12 mld alle imprese". VIDEO
Arrivata la quarta rata del Pnrr
Il 28 dicembre è intanto arrivato anche il bonifico Ue della quarta rata da 16,5 miliardi di euro. Più che altro una formalità, dopo il sì di Palazzo Berlaymont al termine dell'esame degli obiettivi, che porta l'Italia a a tutti gli effetti oltre la soglia dei cento miliardi ricevuti sui 194,4 a sua disposizione nel Next Generation Eu. Inoltrata il 22 settembre al raggiungimento delle 21 tappe e dei 7 obiettivi concordati con l'esecutivo comunitario, la richiesta di pagamento della quarta rata contemplava misure per l'attuazione delle riforme in materia di giustizia e pubblica amministrazione, e nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici. Ma il percorso per strappare la promozione di Bruxelles non è stato semplice. “L'operazione realismo" condotta dal governo per rimodellare il piano originario targato Mario Draghi a causa di "circostanze oggettive"- dal caro energia alla mancanza di forniture causa guerra, fino alle alluvioni che hanno segnato l'Italia nei mesi scorsi - ha portato a una rimodulazione dei traguardi. Che alla fine hanno comunque incluso gli alloggi per gli studenti traslati dalla terza rata; lo sviluppo della rete satellitare e dell'industria spaziale; la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell'infanzia; la sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario e treni a emissioni zero; il rafforzamento di strumenti per promuovere l'efficienza energetica come l'ecobonus; interventi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno; il rafforzamento del Fondo impresa donne' nuove gare per le colonnine sulle aree extraurbane; e il progetto Cinecittà. Raggiunta quota cento miliardi, ormai a metà del guado del maxi-piano di ripresa e resilienza destinato a chiudersi nel 2026, "il lavoro continua", è l'assicurazione del ministro Fitto, che già nelle scorse settimane aveva annunciato il raggiungimento dei 52 obiettivi della quinta tranche.