Inflazione, prezzi al consumo in frenata ma c’è ancora l’aumento del +20% da inizio 2020
EconomiaCome ha certificato l’Istat, la crescita dei prezzi al consumo si ferma a novembre al +0,8% su base annua, una frenata che si ritrova anche nel resto d’Europa, dove l’inflazione scende al +2,4%. Tuttavia, permangono in Italia gli aumenti derivati dai picchi degli ultimi mesi, situazione che in Europa invece si sta vivendo in questo momento. Di questo si è parlato a “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 30 novembre 2023
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Buone notizie sul fronte dell’inflazione: come certifica Istat, l'aumento dei prezzi al consumo si è fermato a novembre al +0,8% su base annua, un valore che non si registrava da marzo 2021, e addirittura al -0,4% su base mensile. Le ragioni del calo, come certifica l’Istituto di Statistica, sono legate in primis alla discesa degli energetici e di alcuni servizi. Dati che si ritrovano anche nel resto d’Europa, dove l’inflazione scende al 2,4%. “È una buona notizia: se la discesa dovesse restare ad un ritmo accelerato, potrebbe aprire ad una fase di taglio dei tassi da parte della Bce”, ha dichiarato Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia. Di questo si è parlato a "Numeri", il programma di Sky TG24 andato in onda il 30 novembre 2023.
I prezzi
Nonostante l’inflazione praticamente non stia crescendo, i prezzi restano comunque alti, una diretta conseguenza di questi ultimi mesi: da inizio 2020, come certifica l’Eurostat, l’aumento è stato quasi del 20% e, al momento, non sembra vedersi la possibilità di una discesa. A ciò si aggiungono altri dati comunicati dall’Istituto Nazionale di Statistica che evidenziano come, su base annua, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona segnino un leggero rallentamento, al +5,8% (dal +6,1% del mese precedente) mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto passano da +5,6% a +4,8%.
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I confronti con i Paesi europei
Le situazioni sono molto diverse nei Paesi europei, che al momento registrano tassi di inflazione più alti rispetto all’Italia, che quella stagione sembra per il momento essersela messa alle spalle: i dati Eurostat sottolineano come l’inflazione italiana dell’ultimo anno sia la più bassa (+0,7%), un valore decisamente lontano da quello di Germania (+2,3%); Spagna (+3,2%) e Francia (+3,8%) ma anche da quello dell’area euro (+2,4%). Tale differenza, specie con i vicini d’oltralpe, non si nota però se consideriamo gli ultimi 24 mesi, che vedono invece la Francia in fondo alla classifica (+14,4%); Spagna (+17,1%) e zona Euro (+17,7%) dietro l’Italia (+18,6%). Davanti a Roma c’è solo la Germania, che registra un +19,1%. E quindi la differenza tra noi e la Francia dove si trova? Come mostrano i dati Eurostat specifici sui due Paesi, la vera differenza sta nel “picco”, che l’Italia ha raggiunto nell’autunno 2022 mentre Parigi molti mesi più tardi, a fine estate 2023.