Manovra, tagli alla spesa: obiettivo ambizioso

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Nella difficile caccia alle risorse c'è anche la riduzione dei costi dei ministeri. Il governo ha alzato l'asticella, portando i risparmi da raggiungere l'anno prossimo a due miliardi. Un'operazione ancora da definire nel dettaglio

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I tagli alla spesa non sono più rinviabili, ha detto il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, pronto – ha promesso - a calare la scure sui ministeri di sua iniziativa se non ci penseranno i suoi colleghi di governo a dire dove utilizzare le forbici. Compito che, al momento, avrebbero fatto in pochi, mentre il calendario della manovra scorre e bisogna trovare tutte le risorse necessarie.

L'affannosa corsa alle risorse 

Dai risparmi delle amministrazioni centrali, che possono tradursi in meno servizi e prestazioni per i cittadini, si conta di ricavare per l’anno prossimo due miliardi. Una cifra che nel bilancio pubblico non è un’enormità ma che darebbe linfa a una finanziaria che, per quanto ristretta e nonostante il maggior deficit, ha sete di fondi.

Spending review più robusta

L’obiettivo dei due miliardi appare però ambizioso. Non solo perché la spending review in passato ha partorito topolini, ma anche perché si è alzata (e di molto) l’asticella. Due mesi fa Palazzo Chigi aveva indicato, ministero per ministero, quanti denari bisognava risparmiare. In totale si arrivava a un miliardo e mezzo. Ma in tre anni. Anche se Giorgetti ha detto che la nuova cifra tiene conto dei tagli preventivati, si tratta di mettere il turbo: 1,7 miliardi in più rispetto ai 300 milioni per il 2024 messi nero su bianco il 7 agosto scorso.

I maggiori risparmi dal Tesoro

Poiché il ministero dell’Economia è quello che maneggia più denari, sarà proprio questo a dovere fare più sacrifici, forse arrivando a mettere sul tavolo un miliardo. Ma a stringere la cinghia dovranno essere tutti, a partire dal ministero delle Imprese, quello dell’Infrastrutture e della Difesa.

Sprechi nel mirino

Nel mirino sarebbero escluse una serie di voci, fra le quali le spese per il personale e per gli investimenti. In pratica bisognerebbe aggredire gli sprechi, un concetto non certo scolpito sulla pietra. In attesa di linee guida dettagliate, Palazzo Chigi ha fatto capire che bisognerà puntare le forbici in maniera mirata, ma resta fermo quell’ammonimento di Giorgetti: “Il lavoro che non hanno fatto i singoli ministri lo farà il ministro dell'Economia in loro vece".

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