Manovra, rebus risorse: Superbonus sul banco degli imputati
EconomiaA disposizione ci sarebbe solo un terzo delle risorse necessarie. Spazi di spesa limitati che non permettono di soddisfare le richieste dei partiti della maggioranza: dalle pensioni alla Sanità. Il ministro del Tesoro punta il dito sul Superbonus che arriverà a costare 100 miliardi alle casse pubbliche. Per avere più margini si potrebbe rivedere al rialzo il deficit di quest'anno
Una manovra prudente, rispettosa delle regole di finanza pubblica. Giancarlo Giorgetti conferma la linea del realismo e, quindi, che le risorse a disposizione sono poche. Spazi di spesa angusti che il ministro dell’Economia imputa in parte al Superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie, introdotto nel 2020 e che finirebbe per costare all'Erario quasi 100 miliardi di euro, dei quali 80 ancora da pagare.
Più spazio alla spesa rivedendo il deficit
Per alleggerire il peso di questa e altre agevolazioni edilizie sui bilanci futuri, e avere così più denari per la prossima manovra, il governo potrebbe rivedere l’obiettivo di deficit fissato per quest’anno (adesso al 4,5 per cento del Pil). Alzandolo, in pratica, si avrebbe più spazio per coprire gli interventi da approvare entro dicembre per i quali servirebbero oltre trenta miliardi.
Proroga del taglio del cuneo fiscale
In agenda c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale, cioè meno contributi da versare con gli stipendi per rendere la busta paga un po’ più pesante a chi ha redditi medio-bassi, e che vale una decina di miliardi.
Le misure per le famiglie
Sul tavolo, poi, meno tasse sulle tredicesime, il potenziamento del welfare aziendale, sostegni alle nascite e sconti sulla produttività, il tutto per quattro-cinque miliardi. A tutto questo vanno aggiunti circa sei miliardi di spese necessarie a mandare avanti la macchina dello Stato.
Quante risorse mancano
Considerando il deficit programmato (salvo rialzo), la tassa sugli extraprofitti delle banche (che però potrebbe essere smussata), i possibili risparmi dei ministeri e quelli dell’assegno unico per i figli, nonché i maggiori introiti per le accise sui carburanti, si arriverebbe a circa un terzo dei soldi che servirebbero.
La trattativa con l'Europa
Non abbastanza. Anche per questo l’Italia vorrebbe chiedere all’Europa di scomputare alcune spese: quelle per la guerra in Ucraina e per la transizione energetica, in modo da avere più risorse e soddisfare così alcune richieste della maggioranza, a partire dalle pensioni e dalla sanità