Tassa su extraprofitti banche: governo soddisfatto, silenzio dei banchieri. Le reazioni

Economia
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Continuano le discussioni riguardo alla decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche. Mentre l’esecutivo difende la misura, le opposizioni provano a intestarsi la paternità della tassa. Critiche dal Terzo Polo. Grande irritazione dietro il silenzio dell'Abi e degli istituti di credito, colti di sorpresa. Intanto, rispetto alla prima versione ci sono già delle modifiche, come l’introduzione del tetto massimo

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Continuano le discussioni riguardo alla decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche. Mentre l’esecutivo difende la misura, i Mercati ieri non hanno gradito: Milano ha chiuso in forte calo, -2,12%, bruciando in un giorno 27 miliardi (9 di capitalizzazione delle banche). Oggi Piazza Affari sembra già aver “digerito” la tassa, con i titoli che rimbalzano. Grande irritazione è trapelata, intanto, dietro il silenzio dell'Abi e degli istituti di credito, colti di sorpresa e non avvertiti dal governo.

Le reazioni nel governo

La norma sugli extraprofitti delle banche è stata "proposta in Cdm dal ministro dell'Economia Giorgetti” e ha "ottenuto un unanime consenso, quindi è stata approvata e presentata nella conferenza stampa", ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso su La7. "È una misura già esistente in Europa. Siamo intervenuti per riportare giustizia. Non è né di destra né di sinistra, quindi è giusta". C'è "un grosso squilibrio", ha spiegato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, proprio perché oggi ci sono "due tassi di riferimento molto distanti tra loro: quelli di accesso al credito e quelli riconosciuti quando si versa". Quindi il governo, ha aggiunto, ha fatto "un’operazione giustizia" e insieme "ha ridotto una stortura" del mercato. Ed era l'unico a poterlo fare, che poteva "avere la forza di tassare le banche", ha sottolineato ancora uno dei più stretti collaboratori della premier Giorgia Meloni, perché "è l'unico governo che non ha rapporti privilegiati col sistema bancario". Illustrando la misura, Matteo Salvini l’ha definita una "norma di buonsenso" per "aiutare famiglie e imprese colpite dall'aumento dei tassi". Poi, oggi, è arrivato un altro commento dai profili della Lega, in cui si sottolinea: "Borsa che sale e spread che scende. Dopo qualche polemica inutile, la scelta di destinare a lavoratori e famiglie una piccola parte dei guadagni miliardari delle banche viene premiata non solo dalla stragrande maggioranza dei cittadini, ma anche da imprese e mercati".  Anche l’altro vicepremier Antonio Tajani ha parlato di "un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui". Qualche dubbio, se non altro di metodo, si è invece registrato dalle parti di Forza Italia: con il suo capogruppo alla Camera Paolo Barelli ha sostenuto che forse il governo avrebbe dovuto "valutare meglio" una mossa del genere. 

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Le opposizioni

La misura piace alle opposizioni: è corsa - escluso il Terzo Polo, per una volta unito - a intestarsi la paternità della tassa. Nel passaggio alle Camere, il provvedimento potrebbe trovare una sponda fuori dalla maggioranza. Il Movimento 5 Stelle, che da mesi propone una tassa straordinaria, ha commentato con Giuseppe Conte: “Ci criticano, ci snobbano, ci accusano di demagogia. Poi non riescono ad ammetterlo, ma devono darci ragione. Attendiamo comunque di leggere il testo”. Tiepido il Partito democratico, che nelle scorse settimane aveva depositato in Senato una proposta per sterilizzare l'aumento delle rate dei mutui. “Molto rimane da fare. Ma piuttosto che niente, meglio piuttosto”, ha detto Antonio Misiani. “Il governo accoglie la nostra proposta di un contributo di solidarietà a carico delle banche. Meglio tardi che mai. Ora, se facessero sul serio, dovrebbero ripristinare la tassazione degli extraprofitti dei player energetici, che il governo ha ridotto e il cui pagamento è stato recentemente prorogato”, ha commentato invece l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando. Di tenore opposto, poi, la reazione di Carlo Calenda: il leader di Azione ha definito la tassa “sbagliata” e “un precedente pericoloso”, perché “le tassazioni sugli extraprofitti sono legittime solo in caso di eventi straordinari, vedi energia-guerra, che falsano in modo determinante il funzionamento del mercato”.

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Il silenzio dei banchieri

E mentre anche dalla Cisl è arrivato un parere positivo, dai banchieri si è registrato solo un silenzio assordante. Bocche cucite da parte delle singole banche, ma anche dell'Abi. Un “no comment” generalizzato che nasconde una grande irritazione non solo per la misura in sé, ma soprattutto per la mancanza di qualsiasi preavviso da parte dell'esecutivo: le banche non sono state informate di una decisione che nessuno si aspettava e che, tra l'altro, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva escluso categoricamente a giugno, rassicurando come la misura non fosse assolutamente in cantiere. Anche se in Parlamento, alla fine di aprile, era stato proprio Giorgetti a sottolineare come il governo non avrebbe trascurato l'accresciuta redditività delle banche. L'unico a rompere il silenzio, nelle scorse ore, è stato Mario Alberto Pedranzini, numero uno di Banca Popolare di Sondrio, che ha risssunto così le preoccupazioni del settore: “Siamo stati colti di sorpresa e restiamo in attesa della pubblicazione del decreto, al fine di valutarne gli effetti sul bilancio della banca”.

 

 

Passera: "Si spara nel mucchio, rischio di scoraggiare credito"

 "Sparando, come si sta facendo, nel mucchio il rischio, paradossalmente, è quello di scoraggiare il credito alle piccole e medie imprese e alle famiglie", afferma il ceo di Illimity, Corrado Passera. "Banche - aggiunge - che in questi due anni hanno aumentato i volumi di finanziamenti all'economia reale e hanno mantenuto inalterato lo spread adeguando la remunerazione dei depositi, compresa la giacenza a vista, si trovano punite con una stangata fiscale che si aggiunge al maggiore rischio di credito che si sono prese".

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I correttivi

Intanto, rispetto alla prima versione ci sono già dei correttivi da parte del governo. È stato introdotto un tetto massimo che, ha spiegato il governo, serve a "salvaguardare la stabilità" degli istituti. L’ha chiarito il Mef martedì sera: il tetto massimo per il contributo, ha spiegato, non può superare lo 0,1% del totale dell'attivo. "Gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell'assembla Abi lo scorso 5 luglio, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata in Cdm", ha aggiunto il Mef in una nota.

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