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Se non si troveranno nuovi assetti, all'orizzonte rimane il ritorno della legge Fornero. I sindacati chiedono una riforma che superi il vecchio sistema e consenta una maggiore flessibilità in uscita. Ecco cosa potrebbe succedere

È ancora aperto il dibattito sulle pensioni, con un incontro governo-parti sociali che si tiene oggi. Il tempo corre: a fine anno scade Quota 103 e all’orizzonte c’è il ritorno della legge Fornero. I sindacati chiedono una riforma che superi il vecchio sistema e consenta una maggiore flessibilità in uscita, a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età
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Ad aprile Quota 41 è scomparsa dal Def. L’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, resta l’obiettivo del governo da attuare nell’arco della legislatura, ma al momento non ci sono le coperture finanziarie. Quindi quali sono le soluzioni al momento?
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Il 31 dicembre anche Quota 103 vedrà la sua fine e il governo Meloni deve presentare un’idea ai sindacati su come uscire anticipatamente dal lavoro anche nel corso del 2024. Così si fa sempre più strada l’ipotesi della riconferma, per un altro anno, proprio della stessa Quota 103: introdotta dal governo Draghi, prevede l’uscita dal lavoro a 62 anni e 41 anni di contributi
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E l’Ape sociale e Opzione donna? La ministra Calderone nei mesi scorsi aveva lasciato intendere che il sistema dell'Ape potrebbe essere esteso. M vanno ancora chiariti i dettagli. Altro nodo da sciogliere è quello di Opzione donna, prorogata per tutto il 2023, e che consente alle lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2022, un’anzianità contributiva di almeno 35 anni ed un’età anagrafica di almeno anni 60, congiuntamente ad un ulteriore requisito soggettivo

Però, come stabilito nella Legge di Bilancio 2023, Opzione donna è ora riservata esclusivamente alle lavoratrici caregiver, a quelle con una riduzione della capacità lavorativa del 74%, alle dipendenti o licenziate da aziende in crisi economica con tavolo di confronto attivo presso il Mise. Ma i sindacati premono per tornare alla versione precedente

L'esecutivo intanto ragiona anche su un alleggerimento della tassazione per i fondi complementari. Il prelievo fiscale applicato attualmente sulla rendita delle forme integrative è del 15%, e scende al 9% solo in alcuni particolari casi. Si potrebbe scendere di almeno il 2-2,5%
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