Pensioni minime, da luglio scattano gli aumenti: ma non per tutti

Economia
Simone Spina

Simone Spina

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Gli assegni minimi arriveranno a sfiorare i 600 euro al mese per chi ha più di 75 anni, mentre per chi è più giovane si tratta di circa otto euro aggiuntivi. La maggiorazione non riguarda però chi prende dall'Inps gli assegni sociali, come quello d'invalidità

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Da luglio la pensione minima diventa più pesante. Ma non per tutti. L’aumento straordinario deciso dal governo con l’ultima manovra riguarderà solo gli ex lavoratori e non chi dall’Inps riceve un bonifico di tipo assistenziale. Escluso, per esempio, chi ha una pensione minima d’invalidità civile.

Niente aumento per le pensioni assistenziali

Il ritocco all’insù riguarderà, dunque, solo chi ha versato i contributi previdenziali, il ché restringe la categoria dei beneficiari. Se si sono superati i 75 anni, la minima passa da poco meno di 564 euro al mese a quasi 600; chi è più giovane, invece, potrà, al massimo, raggiungere i 572 euro. 

Da gennaio operativo l'adeguamento all'inflazione

Poiché era stato deciso che l’incremento valesse da gennaio, in una volta sola arriveranno tutti gli aumenti del primo semestre del 2023 (a conti fatti si tratta di 200 euro per i più anziani). Questa misura, che quest’anno costerà 400 milioni, si somma all’aumento (già avvenuto) per l’adeguamento al carovita previsto per legge e che vale anche per gli assegni assistenziali. Da gennaio, quindi, le pensioni minime, che erano 525,38 euro al mese, sono state elevate a 563,74 euro, applicando in modo pieno il recupero dell’inflazione fissato al 7,3 per cento.

La rivalutazione al carovita non vale per gli assegni più alti

Anche chi prende fino a 2.100 euro lordi al mese è stato messo al riparo dal forte aumento dei prezzi, con l’assegno salito fino a 150 euro in più al mese. Per le pensioni più ricche, invece, la rivalutazione è inferiore, con un meccanismo che va a scemare al crescere del cedolino e, di conseguenza, con una perdita di potere d’acquisto (cioè si comprano meno cose con gli stessi soldi in tasca) e un risparmio per le casse statali stimato in 10,1 miliardi fino al 2025, che diventano 36 al 2032.

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