Pubblica amministrazione, sono gli stipendi la causa di fuga dei funzionari? Cosa sapere
Secondo quanto rilevato dall’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo il rinnovo dei contratti degli statali, non sarebbero le buste paga la ragione per cui molti lavoratori rifiutano i posti di lavoro pubblici: le retribuzioni sarebbero infatti in linea con quelle del settore privato. A contare sarebbe invece la differente attrattività e il blocco dei concorsi, in stallo per anni e sbloccati soltanto di recente
I dipendenti pubblici guadagnano meno dei privati? Non sembrerebbe, guardando alle prime statistiche pubblicate dall’Aran, l’Agenzia che tratta, a nome del governo, il rinnovo dei contratti degli statali. Non ci sarebbe perciò una ragione economica dietro la grande fuga dai concorsi pubblici
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IL DATO - Nello studio, che verrà pubblicato giovedì 25 maggio, si afferma che la retribuzione media di un funzionario pubblico è di 31766 euro, in pratica poco più di 1800 euro nette al mese. Si tratta di una cifra superiore ai 30836 euro della media dei lavoratori del comparto privato e di quello pubblico degli “impiegati”
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CHI C’È DAVANTI – Nella classifica al primo posto si trovano i funzionari di banca che guadagnano 34288 euro lordi l’anno. Al secondo posto ci sono gli impiegati dei settori della metallurgia e della siderurgia, con 33565 euro, seguiti dai lavoratori (sempre di livello impiegatizio) della chimica, con 33296 euro
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CHI C’È DIETRO - Meno dei dipendenti pubblici guadagnano gli addetti dei trasporti, della logistica, dei media, del tessile, della ristorazione
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ALTRI FATTORI – Oltre agli stipendi ci sono anche altre ragioni, come ad esempio l’attrattività dell’ambiente pubblico, considerato poco innovativo specie per chi svolge professioni tecniche. Poi ci sono anche fattori, come ad esempio la ripartenza dei concorsi pubblici dopo una quindicina di anni di blocco del turn over. Un fattore, questo, da non sottovalutare, visto che per lungo tempo i concorsi pubblici sono stati banditi con il contagocce
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LA RIPARTENZA DALLO SCORSO ANNO – Solo di recente la PA è tornata ad avere fame di lavoratori e sta tentando di gareggiare con il settore privato per selezionare i migliori talenti: nel 2022 le amministrazioni pubbliche hanno avuto la necessità di sostituire ben 150 mila dipendenti e quest’anno di posti da bandire ce ne sono altri 170 mila. L’offerta è stata superiore alla domanda
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IL CASO DEI CONCORSISTI – In questo contesto si inseriscono i concorsisti, persone che partecipano a più bandi della Pubblica amministrazione e che, in un contesto dato da un’ampia offerta ampia di posti, tentano di fare un “cherry picking”, ossia scegliere l’amministrazione che offre le condizioni migliori. E, ovviamente, tra un contratto a tempo indeterminato a uno a termine, si sceglie praticamente sempre il primo. Questo ha comportato problemi soprattutto per il personale per il Pnrr, che invece riguarda il tempo determinato
LA CONTESTAZIONE – C’è però anche chi contesta tale conteggio fatto dall’Aran: il sindacato Flp ha sottolineato come il calcolo evidenzi come media il massimo che un funzionario pubblico può ottenere in tutta la carriera lavorativa. Difatti, secondo il sindacato, potrebbero passare diversi anni prima di arrivare a guadagnare 1800 euro netti al mese. Non è perciò uno stipendio di primo ingresso
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