I settori che verranno maggiormente colpiti saranno quelli amministrativo e legale ma anche quello bancario e finanziario. La ricerca di Goldman Sachs, tuttavia, ha anche sottolineato che l’adozione dell’AI potrebbe portare a una crescita del PIL globale del 7% nei prossimi 10 anni, creando nuove opportunità di lavoro in altri campi
Operatori di cassa, commessi e impiegati amministrativi. Ma anche avvocati e contabili. Sono tanti, 300 milioni secondo uno studio condotto da Goldman Sachs, i posti di lavoro a rischio a causa della diffusione dell’Intelligenza Artificiale (AI). Nei prossimi 7 anni le professioni maggiormente in pericolo saranno quelle che richiedono competenze ripetitive e di routine, i lavori manuali ma anche quelli altamente specializzati. La ricerca, tuttavia, ha anche sottolineato che l’adozione dell’AI potrebbe portare a una crescita del PIL globale del 7% nei prossimi 10 anni, creando nuove opportunità di lavoro in altri settori. Nonostante le preoccupazioni, dunque, gli esperti ritengono che l’AI non sia destinata a sostituire completamente l’uomo sul posto di lavoro ma prevedono che possa essere utilizzata per aumentare la produttività e migliorare i processi aziendali, offrendo alle aziende un vantaggio competitivo.
Lo studio
Si intitola “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth“, lo studio di Goldman Sachs che evidenzia gli effetti dell’intelligenza artificiale sulla crescita economica a livello mondiale. La società leader che opera a livello internazionale nell'investment banking, nel trading di titoli e nella gestione di investimenti, ritiene che la combinazione di significativi risparmi sul costo del lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della produttività possa dare luogo a un boom della produttività che incrementerà in modo sostanziale la crescita economica.
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Le stime
Gli autori stimano che “circa due terzi dei posti di lavoro” negli Stati Uniti e in Europa siano esposti a qualche grado di automazione tramite intelligenza artificiale. Secondo Joseph Briggs e Devesh Kodnani, che hanno condotto la ricerca, la maggior parte delle persone potrebbe essere sollevata dallo svolgimento di circa il 50% del lavoro svolto quotidianamente, senza però perderlo, vedendo invece aumentare le ore di tempo libero a propria disposizione. Per evitare un impatto negativo sui lavoratori, molti esperti suggeriscono di investire nella formazione e nello sviluppo di competenze specializzate che possano adattarsi all’evoluzione del mercato del lavoro.