Rivalutazione pensioni, Uil denuncia calo potere d'acquisto dal 2011

Economia

Il sindacato ha evidenziato il crollo del potere d'acquisto dei pensionati dal 2011 al 2022: circa 760 euro annui in meno per chi ne percepisce 1.500. Il calcolo si basa anche sulla mancata piena rivalutazione delle pensioni nel 2023

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Per i pensionati di oggi il potere di acquisto è calato drasticamente rispetto al 2011. A dichiararlo è il sindacato Uil che ha diffuso i dati dell'Inps. Per chi percepisce 1.500 euro al mese, infatti, è stata calcolata una perdita del potere d'acquisto di 760 euro. Il calcolo si basa anche sulla rivalutazione delle pensioni, ovvero l'aumento annuale degli assegni a compensare l'aumento generale dei prezzi dovuto all'inflazione.

Uil: "Governo cambia le regole mentre si gioca la partita"

Quest'anno il governo Meloni ha deciso di non rivalutare tutte le pensioni allo stesso modo: ad esempio, evidenzia Uil, chi percepirà quattro volte la pensione minima vedrà una crescita minore del previsto, con una flessione sempre maggiore più sale l'importo, con circa 3,5 di pensionati penalizzati. Un altro dato che emerge è quello che riguarda la perdita di potere d'acquisto che, secondo Uil, su una pensione di 1.500 cala addirittura di 760 euro l'anno, aumentando con il salire dell'importo dell'assegno. Il segretario del sindacato Pierpaolo Bombardieri ha lanciato l'allarme, definendo questa operazione del governo "un furto senza neppure la destrezza, perchè si cambiano le regole mentre si gioca una partita". "Questo - continua Bombardieri - è un danno che ti porti dietro tutta la vita, che fiducia si può avere in uno Stato che cambia le regole in corso?".

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