Superbonus 110%, ipotesi rinvio a gennaio delle Cilas per condomini. È nodo sui crediti
L'intenzione sarebbe quella di rinviare il termine per la presentazione delle comunicazioni di inizio lavori asseverate, già scaduto lo scorso 25 novembre, almeno al 31 dicembre. Si potrebbe fino a quella data continuare a godere del bonus al 110% e non al 90%
A pochi giorni dalla fine del 2022, restano ancora poco chiari alcuni punti in tema di Superbonus. Se i dettagli su come sarà l’incentivo all’edilizia negli anni a venire è più o meno certa, si continua infatti a discutere su altri elementi tecnici della fase di passaggio tra il 2022 e il 2023. Su tutti, la possibilità di prorogare o meno il termine di presentazione della Cilas, di fatto già scaduto lo scorso 25 novembre
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Sembra che la linea sia quella di inserire nel testo del decreto Aiuti Quater, adesso esaminato per la conversione in legge dal Senato, il rinvio dei termini – almeno al 31 dicembre – delle comunicazioni inizio lavori asseverate. In questo modo si andrebbe a prolungare di un po’ di tempo la possibilità di godere dell’aliquota al 110% e non al 90%, come sarà a partire dal 2023
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Non dovrebbe però essere una proroga del tutto libera. Si pensa infatti di ammettere alla proroga soltanto le assemblee condominiali che abbiano già dato l’ok all’inizio degli interventi di ristrutturazione entro lo scorso 24 novembre (quindi prima che scadesse il termine per presentare la Cilas)
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All’allungamento dei termini si dovrebbero però accompagnare anche misure stringenti per evitare che gli amministratori di condominio vadano a retrodatare la Cilas in modo da godere del bonus al 110%. Una via potrebbe essere quella di far ricadere questi comportamenti eventualmente sotto il reato di falsa dichiarazione
Superbonus, Fdi chiede proroga Cilas e sblocco crediti
Il Messaggero scrive come ci sarebbe anche chi chiede di prorogare la scadenza della Cilas almeno al 15 gennaio 2023 o, in alternativa, a 15 giorni dall’entrata in vigore della legge che andrà a convertire il dl Aiuti Quater
Un’altra partita ancora aperta è quella dei crediti bloccati. Il tema è finito nella valanga di emendamenti presentati in questo caso alla Manovra. Alcuni sono stati presentati dalla maggioranza, come Forza Italia e Fratelli d’Italia, e altri dalle opposizioni, con i Cinque Stelle in prima linea
La settimana si è aperta con una riunione al Senato a cui hanno partecipato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (in foto), insieme ai tecnici del Ministero dell'Economia. Poco però è emerso dall'incontro
Si cerca quindi ancora di capire come sbloccare i crediti che non possono essere utilizzati in compensazione. Il Ministero dell’Economia sta tastando la strada già proposta da Ance e Abi, ossia quella di compensare l’1% degli F24 presi in carico delle banche
Molto dipenderà dalla classificazione dei crediti che verrà data dall’Eurostat: pagabili o non pagabili. Nel primo caso, come spiega Il Sole 24 Ore, si andrebbero infatti a trasformare i crediti in debito pubblico. Ipotesi che si cerca in tutti i modi di evitare
Negli scorsi giorni era poi emersa un’ulteriore possibilità, avanzata tra le file di Fratelli d’Italia, ossia quella di chiedere un intervento di Cassa Depositi e Prestiti
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