Reddito famiglie, Unioncamere: 6 regioni sotto i livelli pre-Covid
Tasche degli italiani più leggere in 18 province su 107. Esaminando il reddito pro-capite è Milano a guidare la classifica con 33.317 euro a testa nel 2021, Enna fanalino di coda. “Preoccupa la situazione del Mezzogiorno che vede ben 22 province con un reddito disponibile pro-capite nel 2021 inferiore di oltre il 25% alla media nazionale” dichiara il presidente di Unioncamere Andrea Prete
In sei regioni italiane il reddito delle famiglie non ha ancora recuperato nel 2021 i valori pre-Covid. Lo rileva un’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime dell’anno scorso sulla capacità di spesa della popolazione residente nel Bel Paese.
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I dati parlano chiaro. A fronte di un aumento complessivo a livello nazionale dell’1,5% tra il 2019 e il 2021, sono in perdita rispetto al 2019 le famiglie di Valle d'Aosta (-3,9%), Abruzzo (-2,2%), Molise (-1,5%), Trentino Alto Adige (-1,5%), Marche (-1,4%) e Piemonte (-0,2%)
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Secondo l’indagine a livello provinciale il reddito disponibile delle famiglie diminuisce di più a Venezia (-5,1%), Rimini (-4,5%), Fermo (-4,5%), L'Aquila (-4,5%) e nuovamente Aosta (-3,9%)
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Al contrario, possono contare su aumenti più elevati di reddito familiare le seguenti regioni: il Lazio (+5,0%), la Lombardia (+2,7%), la Sicilia (+2,7%), l’Umbria (+2,4%) e, a pari merito, la Campania e il Friuli-Venezia Giulia (+1,9%)
Quanto alle province, gli incrementi più alti si registrano soprattutto a Rieti (+9,8%), Latina (+9,0%), Caserta (+7,9%), Viterbo (+7,5%) e Grosseto (+7,4%), sempre secondo lo studio di Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere
Esaminando il reddito pro-capite è Milano a guidare la classifica nel 2021: con 33.317 euro a testa i cittadini mostrano una disponibilità di portafoglio superiore del 68,6% a quella della media degli italiani. Mentre Enna è la provincia meno ricca d’Italia.
“Questi dati dimostrano che le famiglie sono state meno colpite delle imprese dalla crisi pandemica anche grazie alle politiche di sostegno attivo messe in campo dai diversi governi, registrando un aumento a valori correnti dell’1,5% del reddito disponibile familiare a fronte di un calo dello 0,8% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel Paese tra il 2021 e il 2019 ". E’ quanto evidenzia il presidente di Unioncamere Andrea Prete
“Preoccupa però la situazione del Mezzogiorno che vede ben 22 province con un reddito disponibile pro-capite nel 2021 inferiore di oltre il 25% alla media nazionale” aggiunge Andrea Prete.
Tutte le macro aree hanno superato i livelli di reddito disponibile pro capite antecedente alla crisi pandemica, ma con diverse velocità. In particolare, il Nord-Est registra la crescita più bassa (+0,4% rispetto alla media nazionale dell’1,5%), il Centro Italia segna un +2,9% con una Italia nord-occidentale che rileva un incremento del +1,6% e il Mezzogiorno che aumenta dell’1,2%
Sono in tutto 18 le province per le quali il recupero tra il 2019 e il 2021 in termini di reddito pro capite non si è compiuto. Se Prato e Rimini sono al di sotto del dato 2019 rispettivamente del 5,9% e del 4,7%, per altre province la riduzione riscontrata si accompagna anche a una contrazione della popolazione come nel caso di Venezia, Fermo, Aosta, l’Aquila, Teramo e Pescara
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