Superbonus, proroga a favore dei condomini per accedere allo sconto del 110%

Economia

Più tempo per i condomini per iniziare i lavori di ristrutturazione e vedersi riconosciuto il beneficio del 110%. E intanto il conto per lo Stato lievita a 63,9 miliardi di euro. LO SKYWALL

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Il governo sembra intenzionato a riaprire i termini per la presentazione delle domande al superbonus 110% per i condomini. Per accedere alla detrazione piena ed evitare che scenda al 90% nel 2023, i condomini hanno infatti dovuto approvare i lavori di ristrutturazione in assemblea e presentare successivamente entro il 25 novembre la comunicazione di inizio lavori (tecnicamente, Cilas). Un termine che ora potrebbe essere rimandato a fine anno.

Più tempo per l'inizio dei lavori dei condomini

Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Alessandro Cattaneo, ha detto che "la data anticipata al 25 novembre, rispetto al 31 dicembre, sta creando disagi alle famiglie e noi chiediamo che lo Stato mantenga gli impegni: quindi per noi bisogna valutare di riaprire la finestra per rendere la vita più facile" a quanti sono coinvolti.

 

La maggioranza dovrebbe procedere presentando un emendamento al decreto legge Aiuti-quater, in discussione in Parlamento. Per tutti gli altri condomini la detrazione scenderà dunque al 90% l'anno prossimo, così come per le abitazioni unifamiliari. Rimarrà invece al 110% lo sconto per le villette singole in cui sono già stati portati a termine un terzo dei lavori e di proprietà di famiglie con un reddito Isee inferiore a 15mila euro.

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Il costo continua a salire

Intanto continuano a crescere i crediti dovuti dallo Stato a fronte dei lavori effettuati. Secondo l'ultimo report di Enea - l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - il costo lordo per lo Stato è salito a 63,9 miliardi di euro, spalmati nel prossimo decennio. Un conto che ormai ha quasi doppiato le risorse stanziate: 33,3 miliardi.

 

I lavori hanno coinvolto 43.411 condomini e 295.533 case unifamiliari, provocando una notevole accelerazione nei cantieri di riqualificazione energetica rispetto al passato. Nonostante ciò gli immobili coinvolti rimangono ancora meno del 3 per cento rispetto agli edifici residenziali presenti in Italia secondo Istat.

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Si inizia tuttavia a intravedere un possibile rallentamento nei lavori ammessi al Superbonus. Tra ottobre e novembre il conto è salito di "soli" 3,4 miliardi, l'incremento minore da marzo.

I crediti "incagliati"

Il motivo sta probabilmente nei moltissimi crediti fiscali di cui le aziende non riescono a disfarsi. Il Superbonus infatti prevede la possibilità di fruire degli sconti fiscali in dichiarazione dei redditi - nel corso di 5 anni - oppure di cedere il credito e incassare subito i soldi.

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Le aziende edili stanno infatti facendo fatica a cedere alle banche i propri crediti, in quanto gli istituti di credito hanno terminato il proprio "spazio fiscale", vale a dire che non devono abbastanza debiti al fisco per poter sfruttare appieno tutti i crediti fiscali in circolazione.

 

Anche su questo la maggioranza sta ragionando a possibili emendamenti in manovra di bilancio, per evitare che le molte società che hanno anticipato le spese dei cantieri falliscano per carenza di liquidità.

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