Dopo un incremento del 24% nel 2021, il ricorso a strumenti di regolamento delle transazioni alternativi al contante ha continuato a crescere in Italia nonostante l’allentamento della crisi pandemica. Lo rivela l’ultimo report di Associazione bancari italiani, che sottolinea il balzo del 49% messo a segno dalle carte contacless. Ma il nostro Paese resta comunque tra gli ultimi in Europa soprattutto per “abitudini e aspetti culturali”
Non si ferma la crescita dei pagamenti digitali in Italia. Nonostante la fine della fase acuta della pandemia di Covid-19, il ricorso a carte e strumenti online quale mezzo di regolamento alternativo al contante ha registrato un incremento del 22% nel 2022 dopo il +24% messo a segno l’anno precedente. A sottolinearlo sono i dati elaborati dall’Associazione bancari italiani, che sottolinea soprattutto il balzo del contactless.
Il rapporto
Stando al report Abi, le carte contactless hanno registrato un balzo del 49% mentre smartphone e bracciali addirittura del 139%. Una tendenza per effetto della quale l’Italia, pur restando agli ultimi posti per alternativa al contante tra i Paesi europei, ha potuto registrare nell’ultimo biennio una crescita superiore alla media del Vecchio Continente. Non solo. Il maggior ricorso ai pagamenti digitali e in particolare all'home banking sta anche portando le banche a investire sempre più in sicurezza, tanto che la spesa del settore ha superato i 350 milioni di euro e il 91% degli istituti ne prevede un aumento. L'associazione di categoria guidata da Antonio Patuelli sottolinea comunque come le transazioni anomale siano scese del 40% sebbene il controvalore resti superiore al periodo pre-pandemia.
approfondimento
Manovra, rebus risorse. Rinviato rialzo tetto al contante
Questione (anche) di cultura
Nel 2021, sottolinea Abi, il nostro paese era terz'ultimo in Europa davanti a Bulgaria e Romania per numero di operazioni pro-capite tramite strumenti elettronici (168 contro la media di 333 dell'area euro). Un ritardo dovuto non solo ai temi fiscali ma anche ad "abitudini e aspetti culturali" dei clienti anche se si nota un'inversione di tendenza dovuta al Covid e alle misure come il cashback. “Il dato non dipende dai divari della diffusione delle carte o del numero di pos" spiega l'associazione, secondo cui nel nostro Paese vi sono 1,5 tessere pro capite contro la media euro di 1,9 e 70 pos ogni mille abitanti contro una media di 39.