Usa, la Fed alza i tassi di interesse dello 0,75%

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La banca centrale americana annuncia l'ennesima stretta contro il caro vita e porta il costo del denaro a una forchetta del 3-3,25%, il livello più alto dalla crisi del 2008. Il presidente Powell: "Nostro obiettivo è inflazione al 2%, raggiungerlo non sarà indolore". Poi l'avvertimento: "Pronti per altri aumenti in futuro". Wall Street passa in negativo

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Nuova stretta della Federal Reserve sul costo del denaro. Dopo la riunione del pomeriggio, la banca centrale americana ha annunciato che alzerà i tassi di interesse di un ulteriore 0,75% portandoli a una forchetta del 3,0-3,25%, il massimo dal 2008. Si tratta del terzo incremento consecutivo di questa entità, una mossa pensata per cercare di contrastare l’inflazione che nel Paese non era così alta da 40 anni. Immediata la reazione dei mercati, con Wall Street che ha virato in rosso anche alla luce del taglio alle stime di crescita dell'economia 

Lo spettro inflazione

“La Fed è impegnata a riportare l'inflazione al 2% e ha gli strumenti e la determinazione per farlo”. Queste le parole con cui il presidente della banca centrale, Jerome Powell, ha annunciato la nuova stretta. “I prezzi sono il fondamento di una crescita stabile”, ha aggiunto, precisando di aspettarsi “ulteriori rialzi” ma che a un certo punto diventerà appropriato “rallentare la velocità degli aumenti”. Poi ha concluso: “Non so quali sono le chance di una recessione ma non c'è una strada indolore per lasciarci l'inflazione alle spalle”.

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La reazione dei mercati

Sui mercati la nuova mossa della Fed ha spinto ulteriormente il dollaro, malgrado sul tavolo ci fosse anche un rialzo ancora più robusto, con l'euro che è scivolato a 0,9830 dollari. Wall Street ha però virato in negativo con il Dow Jones che a due ore dalla chiusura cedeva lo 0,1% lo 0,2%

Le previsioni economiche

A spingere la Fed nella direzione di una maggiore stretta, anche le nuove previsioni economiche pubblicate dalla stessa banca centrale. Gli esperti dell’istituto hanno infatti stimato un brusco rallentamento del Pil statunitense, che quest’anno dovrebbe crescere solo dello 0,2% anziché dell’1,7% preventivato a giugno. 

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