Stretta Inps su pensionati all'estero: al via l'accertamento per dimostrare che si è vivi
L'Istituto previdenziale ha reso più rigidi i controlli per chi riceve l'assegno ma non vive più in Italia. Si tratta di una procedura che è arrivata alla sua seconda fase e che riguarda i cittadini residenti in Europa, Africa e Oceania
Molti dei pensionati italiani residenti all’estero dal 14 settembre dovranno segnalare all’Inps di “essere ancora in vita” per poter continuare a riscuotere l’assegno mensile. La platea interessata è formata dalle persone che vivono in Europa (tranne quelli che si trovano negli Stati della Scandinavia e di alcuni Paesi dell’Est del Vecchio Continente), in Africa e Oceania
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Le procedure relative ai cittadini che risiedono negli altri continenti, lanciata il 24 dicembre 2021 e avviata ufficialmente lo scorso febbraio, si è già conclusa e ora comincia la seconda fase dell’accertamento generalizzato dell’esistenza in vita, che l’Inps tiene ogni anno. Per il 2022-2023 le verifiche saranno però più stringenti
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L’accertamento dell’esistenza in vita serve all’Inps per verificare gli aggiornamenti dei propri elenchi ed evitare, in caso di decesso di un pensionato, di continuare a erogare regolarmente l’assegno. Si tratta di un esame di grande importanza per l’Istituto, vista la difficoltà di avere informazioni sui cittadini che sono residenti all’estero e godono di un trattamento previdenziale. Tutte le verifiche sono affidate a Citibank Na, che si occupa dei pagamenti esteri per conto dell’Inps
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Citibank curerà, si legge nel sito dell’Istituto previdenziale, "la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita” che saranno “da restituire alla banca entro il 12 gennaio 2023". L’Inps sottolinea che in caso di mancato completamento della procedura, l’assegno di febbraio 2023 sarà saldato in contanti “presso le agenzie Western Union del Paese di residenza"
Nel caso entro il 19 febbraio 2023 la riscossione personale non avvenisse e non fossero completate le procedure di attestazione dell’esistenza in vita, l’Inps fa sapere che “il pagamento della pensione sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2023“
Oltre alla riscossione personale, i pensionati hanno altri modi per poter completare la verifica richiesta dall’Inps: possono rispondere per via cartacea, con il modulo inviato da Citibank compilato e firmato da un rappresentante di un’Ambasciata o Consolato Italiano o un’Autorità locale abilitata. Ed è possibile anche rispondere tramite il sito web della banca
Sono programmati anche alcuni controlli per non erogare pagamenti indebiti: quindi le richieste di accertamento potrebbero essere ricevute “indipendentemente dalla propria area geografica di residenza o domicilio", spiega l’Istituto previdenziale
La richiesta di accertamento in vita non sarà invece inviata a “pensionati i cui dati anagrafici e di decesso sono oggetto di scambi mensili con le Istituzioni previdenziali tedesche e svizzere”, quelli i cui dati “sono oggetto di scambi mensili di informazioni con la Caisse Nationale d’Assurance Vieillesse (Cnav) francese” e quelli residenti in Belgio, “beneficiari di trattamenti pensionistici comuni con il Service fédéral des Pensions (Sfp)”
Sono esclusi dai controlli di verifica, si legge nel sito dell'Inps, anche i pensionati i cui assegni sono stati sospesi da Citibank “a seguito del mancato completamento delle precedenti campagne di accertamento dell’esistenza in vita o di riaccrediti consecutivi di rate di pensione”