L'assemblea degli industriali si è riunita nella sala Nervi in Vaticano, in occasione dell'udienza dal Pontefice". Il presidente chiede al governo "subito Cigs e cuneo fiscale". Francesco ha posto l'accento sul problema occupazione per i giovani
Confindustria ha tenuto oggi un’assemblea pubblica rinunendosi nella Sala Nervi in Vaticano. Carlo Bonomi parlando di fronte al Santo Padre, ha detto che al nostro Paese serve "lavoro, non sussidi che lo scoraggiano", incentrando il suo intervento sull'impegno per un "lavoro degno". Il leader degli industriali ha spiegato: "A tre anni dall'avvio, sul Reddito di Cittadinanza, più di un beneficiario su due non ha ancora firmato il Patto per il Lavoro. La Legge prevede che il Patto sia sottoscritto entro un mese dal riconoscimento del sussidio". Bonomi ha poi ricordando le parole di Piero Angela, recentemente scomparso: "Per ognuno che percepisce un reddito che non produce, c'è chi produce un reddito che non percepisce".
Bonomi: "Lavoro sia nucleo nuovo governo, subito Cigs e taglio cuneo fiscale"
Riferendosi alle prossime elezioni politiche del 25 aprile, Bonomi ha voluto sottolineare che "il lavoro sarà il nucleo su cui dovrà girare l'azione del prossimo governo. Stanno emergendo tutte le debolezze del nostro Paese. Registriamo una partecipazione molto bassa al lavoro, l'occupazione di donne e giovani è di 15-20 punti sotto la media europea. Bisogna intervenire garantendo interventi a sostegno del reddito. La Cigs sul modello di quella per il Covid puo essere un modello su cui ragionare".
"Non siamo contrari al salario minimo"
"D''altro canto - ha proseguito il presidente di Confindustria - è dall'anno scorso che diciamo che dobbiamo intervenire sul costo del lavoro. Ed è l'unico su cui intervenire per mettere più soldi in tasca agli italiani. Oggi in campagna elettorale sono tutti sono d'accordo con Confindustria, ma sono loro al governo. Se sono tutti d'accordo che lo facciano: taglino il cuneo fiscale. I 16 miliardi ci sono per farlo" ha aggiunto Bonomi. "Dimentichiamo che ogni anno spendiamo 1000 miliardi di spesa pubblica, da lì si possono trovare quei 16 miliardi. Quella spesa usiamo per ridistribuire e dare più soldi agli italiani". Bonomi ha specificato anche che l'associazione non è contraria "al salario minimo. Semplicemente non ci riguarda, perché noi abbiamo la contrattazione".
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Bonomi al Papa: "Preoccupa non solo guerra ma sofferenza sociale"
Rivolgendo al papa nel suo saluto prima dell'udienza del Papa, Bonomi ha voluto porre l'accento sulle preccupazioni che vivono gli imprenditori: "Non sono solo gli effetti della spaventosa guerra in corso in Ucraina, i costi dell’energia e la perdurante bassa occupazione nel nostro Paese, ma l’onda di smarrimento, sfiducia e sofferenza sociale che esprime una parte troppo vasta della società italiana". Una sofferenza, ha spiegato il leader degli industriali, "alla quale sentiamo l’urgenza di provare a dare una risposta, insieme a tutti gli altri attori della società, convinti che la direzione verso cui andare è quella di garantire il lavoro, che è certamente la questione chiave".
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Francesco a Confindustria: "Servono buoni imprenditori o sfide non saranno vinte"
Papa Francesco, sivolgendosi agli esponenti di confindustria, ha ammonito: "Le grandi sfide della nostra società non si potranno vincere senza buoni imprenditori". Il Pontefice ha poi incoraggiato la platea "a sentire l’urgenza del nostro tempo, ad essere protagonisti di questo cambiamento d’epoca. Con la vostra creatività e innovazione potete dar vita a un sistema economico diverso, dove la salvaguardia dell’ambiente sia un obiettivo diretto e immediato della vostra azione economica. Senza nuovi imprenditori - dice Bergoglio- la terra non reggerà l’impatto del capitalismo, e lasceremo alle prossime generazioni un pianeta troppo ferito, forse invivibile. Quanto fatto finora non basta: aiutiamoci insieme a fare di più".
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Il Pontefice: "Lavoro per tutti, in particolare per i giovani"
Lavoro per tutti in particolare per i giovani", ha ammonito." I giovani - ha osservato Francesco- hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo". "Da sempre - ha sottolineato- il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell’economia e la sua grande dignità. Oggi la tecnica rischia di farci dimenticare questa grande verità, ma se il nuovo capitalismo creerà ricchezza senza più creare lavoro, va in crisi questa grande funzione buona della ricchezza".
Il monito di Francesco: "Urgente sostenere famiglie contro denatalità
"Tuttavia, - ha messo in guardia il Papa- il problema del lavoro non può risolversi se resta ancorato nei confini del solo mercato del lavoro: è il modello di ordine sociale da mettere in discussione". Da qui il monito per arginare la denatalità: "Qui si tocca la questione della denatalità. La denatalità, combinata con il rapido invecchiamento della popolazione, sta aggravando la situazione per gli imprenditori, ma anche per l’economia in generale: diminuisce l’offerta dei lavoratori e aumenta la spesa pensionistica a carico della finanza pubblica. E urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità". Sempre a proposito di lavoro, Bergoglio ha evidenziato un altro tema: "L’Italia ha una forte vocazione comunitaria e territoriale: il lavoro è stato sempre considerato all’interno di un patto sociale più ampio, dove l’impresa è parte integrante della comunità. Il territorio vive dell’impresa e l’impresa trae linfa dalle risorse di prossimità, contribuendo in modo sostanziale al benessere dei luoghi in cui è collocata. A questo proposito, va sottolineato il ruolo positivo che giocano le aziende sulla realtà dell’immigrazione, favorendo l’integrazione costruttiva e valorizzando capacità indispensabili per la sopravvivenza dell’impresa nell’attuale contesto".