
Energia, pannelli solari sui tetti liberi fino a 200 kW: le linee guida del governo
Il decreto attuativo firmato dal ministro Roberto Cingolani dà ufficialmente il via a quanto previsto dal Decreto Energia: per installare impianti fotovoltaici fino a 200 kilowatt non saranno più necessari permessi o autorizzazioni speciali. La norma è valida sia per le case che per gli immobili adibiti a uso commerciale

D’ora in poi sarà più semplice installare pannelli solari, anche per combattere il caro-bollette. Il progetto era sul tavolo del governo da mesi. Adesso è arrivato il decreto attuativo del Ministero della Transizione Ecologica: per l’installazione degli impianti fotovoltaici su edifici, strutture e “manufatti fuori terra diversi dagli edifici” fino a 200 kW si potrà usare il modello unico semplificato. Significa che questi interventi vengono ricompresi nella “manutenzione ordinaria”. Non sono quindi soggetti né ad autorizzazioni né a permessi specifici
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IL DECRETO – La norma era già prevista dal Decreto Energia varato la scorsa primavera. La pubblicazione del decreto attuativo – con allegato lo schema di modello unico semplificato utilizzabile per l’installazione degli impianti – dà il via libera definitivo agli interventi. Ha espresso soddisfazione il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani (in foto), che ha definito il provvedimento un passaggio fondamentale per la “liberalizzazione delle rinnovabili”. Prima di adesso il regime semplificato era previsto solo per gli impianti fino a 50 kW
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L’intento del governo e il motivo sulla spinta verso le rinnovabili è doppio. Da un lato, c’è il tentativo di alleggerire i costi delle altre fonti energetiche, aumentati a dismisura negli ultimi mesi sulla scia dell’inflazione e della guerra in Ucraina. Dall’altro, la misura risponde a motivi ambientali ed è una delle tappe italiane verso il raggiungimento di un’impronta ambientale più sostenibile, come previsto sia dal Pnrr che da vari accordi internazionali
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Il modello unico semplificato è utilizzabile per diversi interventi legati all’utilizzo di impianti fotovoltaici: realizzazione, modifica, potenziamento, connessione ed esercizi. Viene però richiesto che gli stessi impianti siano “ubicati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo attivi e per i quali siano necessari interventi di realizzazione, modifica o sostituzione a regola d’arte dell’impianto per la connessione del gestore di rete eseguiti attraverso lavori semplici; aventi potenza nominale non superiore a 200 kW”
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Sono esclusi dal campo di applicazione della norma gli impianti installati in aree o su immobili identificati dalla legge come di “notevole interesse pubblico”, inclusi i centri e i nuclei storici. È possibile installare gli impianti in edifici vincolati solo se i pannelli vengono integrati nelle coperture oppure non risultino visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici, o ancora se i manti delle coperture sono realizzati in materiali della tradizione locale
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Il decreto stabilisce quali sono i passaggi formali da seguire per l’installazione degli impianti. Il richiedente deve intanto compilare il modello unico, da trasmettere poi in via informatica al gestore di rete competente. A questo punto è lo stesso gestore, secondo i criteri stabiliti da Arera, a controllare la compatibilità della richiesta con le condizioni imposte dalla legge. Se le verifiche hanno esito positivo, l’iter di connessione da parte del gestore viene avviato in automatico

Lo scorso marzo, il ministro Cingolani aveva detto che ogni gigawatt di potenza elettrica installata potrebbe far risparmiare “in media tre miliardi di metri cubi di gas”. A maggio, parlando alle Commissioni riunite Bilancio e Finanza della Camera, il ministro aveva annunciato fiducioso che “le rinnovabili in Italia sono ripartite”, sottolineando l’aumento dell’interesse da parte degli utenti verso queste forme di energia

“Gli anni prima si installavano neanche un gigawatt di rinnovabili all’anno”, aveva detto Cingolani, aggiungendo che “nei primi cinque mesi del 2022, siamo già a impianti per 5 gigawatt che hanno chiesto di allacciarsi alla rete di Terna. L'obiettivo di installarne almeno 7 gigawatt all'anno sembra a portata di mano. È il ritmo da tenere fino al 2030, se l'Italia vuole centrare l'obiettivo Ue di tagliare le emissioni di gas serra del 55% a quella data”