L'economia europea è colpita duramente dalla guerra in Ucraina e le regole di bilancio per gli Stati dell'Unione resteranno morbide anche l'anno prossimo. La Commissione precisa però che questo non vuol dire spesa pubblica illimitata, soprattutto per chi ha un debito alto come l'Italia. Al nostro Paese Bruxelles raccomanda prudenza e di attuare le riforme, come quella del catasto
"La Commissione non ha intenzione di massacrare nessuno”. La riforma del mattone non serve per alzare le imposte, assicura il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. “Aggiornare i valori catastali ai valori attuali di mercato”, aggiunge l’ex premier, “non credo rappresenti una richiesta di aumentare le tasse ma una necessità per l'Italia di cui il governo è perfettamente consapevole”. Non si chiede di reintrodurre l’Imu sulla prima casa o di aumentare altri balzelli sugli immobili, ma di adeguare valori ritenuti obsoleti.
Una riforma tormentata
Tutto questo rientra negli impegni presi col Recovery Fund ed è anche una delle ultime raccomandazioni comunitarie. Il nostro Paese ci sta provando. L’ultima versione della tormentata riforma prevede un censimento per scovare un milione di case "fantasma" (cioè sconosciute al Fisco) e nuovi parametri di valutazione. E’ stato promesso che per calcolare le imposte si pagherà quanto prima e lo Stato incasserà gli stessi soldi (circa 40 miliardi l'anno). Diversamente da ora, però, in futuro ogni tetto avrà due rendite. Questo è il compromesso al quale si è finora arrivati nella maggioranza. Il primo parametro sarà quello catastale e preso in considerazione per i versamenti delle tasse; il secondo sarà invece ancorato alle quotazioni medie di una determinata zona, riformulate ogni sei mesi, in base a quanto dichiarato quando si compra un immobile.
Le raccomandazioni all'Italia
C’è dunque un riferimento al mercato, poiché si rimanda ai valori che l’Agenzia dell’Entrate aggiorna periodicamente e che stabiliscono valori compresi tra un minimo e un massimo. Così si dovrebbero soddisfare le richieste europee, che - in uno scenario di frenata dell’economia dovuta alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina – ci ricorda l’importanza di attuare rapidamente il Pnrr (il piano di spesa degli aiuti pandemici) e che la proroga al 2023 di regole più morbide sui bilanci (il Patto di Stabilità) non vogliono dire libertà di spesa pubblica per nessuno Stato, soprattutto per uno come il nostro con un debito altissimo.