Pagamento del gas in rubli: cosa significa e cosa potrebbe accadere

Economia

Il decreto di Putin di fine marzo prescrive un nuovo metodo di pagamento del gas russo. Guarda il video

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Dopo lo stop dell’export di gas russo a Polonia e Bulgaria – che si erano rifiutate di pagare il metano in rubli – anche il resto d’Europa inizia a temere un trattamento simile. Tanto che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la Germania deve prepararsi a un eventuale blocco del gas russo.

 

Tutto nasce dal decreto di fine marzo firmato da Vladimir Putin, che indicava la nuova procedura di pagamento richiesta dai russi per ricevere rubli in cambio del proprio metano. Le società europee che comprano il gas da Gazprom dovranno – secondo Mosca – aprire due conti bancari nella banca di Gazprom, uno in euro o dollari e l’altro in rubli. Una volta effettuato il pagamento in moneta occidentale gli acquirenti del gas dovranno cambiare gli euro (o dollari) in rubli sul mercato russo, per poi effettuare un ultimo bonifico in valuta russa a Gazprom.

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La differenza sostanziale rispetto al meccanismo utilizzato fino a oggi è l’apertura dei conti correnti presso Gazprombank intestati alle aziende energetiche europee. Fino a ora infatti i pagamenti sono stati effettuati attraverso un bonifico in euro o in dollari ordinato dalla banca europea a cui si appoggia l’azienda energetica acquirente a Gazprombank. Dall’inizio della guerra il governo ha imposto poi alle aziende esportatrici russe di convertire l’80 per cento dei proventi in rubli, per rafforzare la valuta.

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Cosa cambia dunque? Il fatto che ora sarebbero gli acquirenti a effettuare il cambio tra euro (o dollaro) e rubli, attraverso i propri conti aperti presso la banca di Gazprom. E secondo le sanzioni europee, è vietato fare affari con la banca centrale russa, che potrebbe essere invece coinvolta nell’attività di cambio.

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