È in vigore da qualche giorno il taglio delle tasse sui carburanti deciso dal governo. I prezzi sono scesi sotto i 2 euro al litro, tornando ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina. Finora però la diminuzione è stata inferiore a quanto ci si aspettasse
Lo sconto al distributore finora è stato inferiore a quello promesso. Il taglio applicato alla pompa, in media, risulta più basso quanto deciso dal governo, che rinunciando a una parte delle tasse che pesano sui carburanti aveva fatto sperare a un ribasso dei prezzi di 30,5 centesimi al litro, dei quali 25 per l’accisa (il tributo fisso) e il resto per l'Iva, imposta che si calcola in percentuale.
Prezzo più basso di 20-25 cent
Gli ultimi dati (a livello nazionale) parlano di un calo effettivo al distributore compreso fra 20 e 25 centesimi. Al di sotto, dunque, di quanto atteso con lo sconto entrato in vigore martedì. Da allora si è registrata una rapida diminuzione dei prezzi, a cui è seguito qualche rialzo, con una stabilizzazione nelle ultime ore. Verde e diesel restano sotto i 2 euro al litro, tornando così ai livelli precedenti all’inizio della guerra in Ucraina.
Le variabili sul prezzo alla pompa
Bisogna ricordare, però, che, anche se i balzelli pesano per circa la metà di quanto si spende per fare il pieno, ci sono altri fattori che influiscono sulla spesa per il rifornimento. Le quotazioni della materia prima, il prodotto raffinato che deriva dal petrolio, sono salite nell’ultima settimana, traducendosi in un rincaro di circa 10 centesimi al litro per la benzina e di oltre 20 per il gasolio. Da questi movimenti deriverebbero i ritocchi all’insù praticati, in alcuni casi, dopo che è diventata operativa la sforbiciata alle tasse. C’è da aggiungere, poi, che nei depositi ci sono i carburanti acquistati prima che venisse deciso il calo delle imposte e su questi prodotti i grossisti hanno versato l’accisa a prezzo pieno.
Speculazioni nel mirino
Insomma, occorre vigilare. La Guardia di Finanza ha avviato un piano di controllo sui prezzi e la Procura di Roma, che sta indagando su presunte manovre speculative, ha sentito il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che il 12 marzo a Sky TG24 a proposito degli aumenti aveva parlato di colossale truffa ai danni di cittadini e imprese.