
Tari 2022, dalla scadenza al calcolo dell'importo: tutto ciò che bisogna sapere
La tassa sui rifiuti varia da Comune a Comune, ma la normativa di riferimento è nazionale e ci sono regole valide per tutti. L'Arera ha inoltre previsto alcune novità alle quali amministrazioni locali e gestori dovranno adeguarsi

Comune che vai, Tari che paghi. Introdotta a partire dal 2014 come pagamento per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, la tassa sui rifiuti sostituisce le precedenti imposte dovute agli enti locali e proprio dai regolamenti di questi ultimi è disciplinata. Come ricorda Altroconsumo, ci sono però delle regole che valgono per tutti e l’Arera ha stabilito alcune novità. Ecco cosa bisogna sapere
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La Tari deve essere corrisposta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Come specifica la Legge di Stabilità 2014, il pagamento non è dovuto per “le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in via esclusiva”
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La stessa legge specifica che “in caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria”. In linea generale, ricorda Altroconsumo, la Tari deve essere pagata dal proprietario dell’immobile o dal titolare di un diritto reale di godimento ma se è stato stipulato un contratto di affitto che dura almeno sei mesi, l’imposta è a carico del locatario
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La normativa di riferimento specifica anche che “per l’applicazione della TARI si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti” e che “il comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla TARI quella pari all’80 per cento della superficie catastale” determinata secondo specifici criteri
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Come si traduce questo nella realtà? I Comuni più virtuosi, spiega Altroconsumo, commisurano grazie a specifici sistemi il pagamento dell’imposta alla reale quantità di rifiuto indifferenziato che viene prodotto. Gli altri la calcolano considerando la superficie dell’immobile e altre variabili, oltre ad eventuali agevolazioni
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Per esempio, possono essere previste riduzioni per le abitazioni con un unico occupante, per quelle usate solo per un periodo di tempo limitato e per case “inadatte all’alloggio”. La legge di stabilità 2020 ha inoltre introdotto un bonus per i beneficiari del reddito o della pensione di cittadinanza, così come per nuclei familiari numerosi o con Isee basso. Altroconsumo ricorda infine che il Comune può prevedere ulteriori riduzioni qualora non sia possibile procedere alla gestione dei rifiuti, sia per problemi logistici che dovuti a una calamità naturale
La guida di Altroconsumo
La buona notizia è che non bisogna calcolare da sé l’importo, poiché sarà il Comune a farlo. Quando sarà ora di pagare l’imposta, si riceverà quindi per posta il bollettino, il MAV e il modello F24, solitamente già pre-compilato. Questi non sono gli unici metodi di pagamento utilizzati. Come si legge nel sito del Comune di Milano, chi vive in quest’area deve aspettare di ricevere l'avviso di pagamento o di visualizzarlo nel Fascicolo digitale del Cittadino e può poi pagare direttamente sul sito o con l’home banking
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Anche le modalità di versamento divergono da Comune a Comune. In linea generale, si può comunque scegliere di versarla in unica soluzione o di rateizzare l’importo. Di solito, se si sceglie quest’ultima opzione, il primo acconto va versato entro aprile

Proprio a proposito di rateizzazione sono previste alcune novità. Arera ha infatti stabilito una rateizzazione ulteriore per pagamenti per rate di importo minimo pari a 100 euro nel caso in cui gli utenti dichiarino di essere beneficiari del bonus sociale per disagio economico previsto per i settori elettrico e/o gas e/o per il settore idrico

Questa agevolazione è concessa anche alle persone che si trovano in condizioni economiche disagiate, individuati secondo i criteri definiti dall’ETC (Enti Territorialmente Competenti) e qualora l’importo addebitato superi del 30% il valore medio riferito ai documenti di riscossione emessi negli ultimi due anni

Novità sono previste anche per eventuali rimborsi e per i gestori della raccolta e del trasporto. In base a quanto ha stabilito Arera, devono avere un numero verde gratuito dedicato raggiungibile H24, sia da rete fissa che da rete mobile, per le segnalazioni inerenti a situazioni di pericolo. Il documento impone a Comuni e gestori di regolare la materia entro il 31 marzo di quest'anno e di applicare le nuove norme dall'1 gennaio 2023