Visco: "In primavera ripresa vigore economia italiana. +4% Pil nel 2022"

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Il governatore della Banca d'Italia guarda con ottimismo al futuro, grazie al "progressivo miglioramento del quadro sanitario". Dal Forex di Parma ha sottolineato l’importanza della crescita per il calo del debito pubblico: "Manovre espansive necessarie per contenere la riduzione dello stimolo di bilancio sulla crescita". Sul caro bollette: "Aumenti si riassorbiranno nel 2023"

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L’economia italiana dovrebbe tornare a crescere più in fretta già dalla prossima primavera. Il Pil, a fine 2022, segnerà un +4%. Sono le stime del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che guarda al futuro dei conti italiani con ottimismo. Dal palco del Forex di Parma, Visco ha detto che a spingere la ripresa sarà “il progressivo miglioramento del quadro sanitario”. “Dobbiamo cominciare a pensare a un futuro da consolidare e al quale tutti dobbiamo partecipare con ottimismo, con un tentativo di costruire il nuovo che, di fatto, sta proprio nelle nostre mani”, ha detto Visco, sottolineando come – nonostante la temporanea frenata della crescita degli ultimi mesi dovuta al nuovo aumento di contagi da coronavirus – l’economia italiana stia procedendo bene. Il 2021 si è infatti chiuso in positivo, con un +6,5% del Pil. Questo, dice Visco, è stato decisivo “per interrompere l'aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto, che alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150 per cento (da circa il 156 per cento raggiunto nel 2020)", valore nettamente inferiore “a quanto previsto all'inizio dello scorso anno e anche alle valutazioni ufficiali pubblicate in autunno”.

Crescita e debito pubblico

Visco ha sottolineato l’importanza della crescita per il calo del debito pubblico. In presenza di un saldo primario migliore delle attese, ma comunque ampiamente in disavanzo, “il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l'onere medio per interessi e la crescita nominale dell'economia”, ha spiegato il governatore della Banca d’Italia. "Questo risultato, pur nell'eccezionalità delle circostanze che lo hanno determinato, con riferimento sia al recupero dei livelli di attività dopo la profonda recessione sia alle condizioni monetarie estremamente espansive, mostra con chiarezza l'importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito". 

Close-up of One Hundred Dollar Bill and European Union Euro Note. High resolution photo taken with Canon 5D Mark II and Sigma lens.

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Crescita e Manovra

Visco ha commentato l’ultima Manovra finanziaria, che “determina un aumento dell'indebitamento netto, rispetto al quadro a legislazione vigente, di circa l'1,3 % del Pil in media all'anno nel triennio 2022-24”. Per il governatore della Banca d’Italia la via è quella giusta: “una manovra espansiva” è stata ritenuta necessaria dalle istituzioni “per contenere il rischio che una riduzione prematura dello stimolo di bilancio si potesse ripercuotere negativamente sul potenziale di crescita".

Inflazione: “Effetto dei rincari riassorbito nel 2023”

Anche sul fronte inflazione, Visco resta positivo. "L'inatteso aumento dell'inflazione registrato nell'area dell'euro negli ultimi mesi è in larga parte la conseguenza di uno shock di offerta”, ha spiegato Visco, secondo cui, “se non si innescheranno spirali tra prezzi e salari e se le aspettative resteranno saldamente ancorate all'obiettivo di inflazione della Bce, come sta al momento avvenendo, l'effetto dei rincari dell'energia verrà in larga parte riassorbito nel 2023". Sarà proprio la Bce ad accompagnare la zona euro in questo percorso, con una politica monetaria che resterà espansiva, “anche se la graduale normalizzazione proseguirà a un ritmo coerente con la ripresa dell'economia". In ogni caso, ha detto Visco, sarà cruciale “che le decisioni siano progressive e ben ponderate, anche al fine di non creare incertezze che potrebbero destabilizzare i mercati finanziari e la ripresa dell'economia". 

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Caro bollette "sostanzialmente una tassa"

Uno degli effetti più immediati di quanto sta succedendo è l’aumento delle spese per le bollette di luce e gas. La crescita dei costi energetici, ha spiegato Visco, "è sostanzialmente una tassa, probabilmente in buona parte destinata a rientrare, i cui effetti più distorsivi possono essere oggetto di compensazione, ove possibile, a carico dei bilanci pubblici". Visco guarda con favore a interventi mirati, sia sul caro bollette che per aiutare settori economici in difficoltà, ma si dice invece contrario a misure "generalizzate di stimolo”, che determinerebbero tensioni sui prezzi e rischi "per l'equilibrio dei conti pubblici". Sul tema energetico, complice anche l’aumento dei prezzi per l’energia derivata da fonti fossili, Visco ritiene importante “definire in tempi brevi una strategia, in particolare a livello europeo, che consideri il problema della diversificazione delle fonti energetiche, il loro stoccaggio e l'individuazione di risorse comuni per la gestione delle crisi energetiche: solo in questo modo sarà possibile affrontare in maniera coerente un problema che difficilmente potrà essere risolto con politiche economiche di natura congiunturale”.

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"No alla futile rincorsa tra prezzi e salari"

Il governatore della Banca d'Italia ha chiesto a politica e parti di sociale "di evitare la futile rincorsa tra salari e prezzi" in questo periodo segnato dall'inflazione. Lo schema, secondo Visco, non è utile: durante la crisi petrolifera degli anni '70, portò "a un marcato e persistente incremento dell'inflazione".

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