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L'Fmi taglia il Pil italiano del 2022 al +3,8% e rinvia il calo delle bollette al 2023

Economia

Lorenzo Borga

L'economia globale rallenta: il Fondo Monetario Internazionale prevede mezzo punto di crescita in meno nel 2022. Tra i maggiori rischi l'inflazione, i prezzi energetici, le politiche delle banche centrali e i debiti dei paesi emergent.

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Possiamo scordarci bollette più leggere nel 2022. È questa l’amara previsione del World Economic Outlook di gennaio firmato dal Fondo Monetario Internazionale: i prezzi del petrolio e del gas non dovrebbero scendere nel corso dell’anno, ma solo rallentare la loro crescita. La svolta è attesa invece per il 2023. E lo stesso discorso vale anche per l'inflazione.

Rubinetti (quasi) chiusi

Per contrastare il caro dei prezzi si stanno muovendo le banche centrali, che dopo aver chiuso i rubinetti di liquidità a stati e imprese, a partire dagli Stati Uniti, sono pronte a rialzare i tassi di interesse. Non stupisce insomma che l’Fmi tagli le stime di crescita dell’economia globale nel 2022 di mezzo punto. A spingere sul freno è anche il rallentamento delle due principali economie globali.

Cina e Usa frenano

Gli Stati Uniti, in cui il presidente Biden non è riuscito per ora ad approvare il suo programma economico, e la Cina, che sta vivendo la più bassa crescita dagli inizi degli anni Novanta. Se le maggiori economie globali frenano, anche l’Italia non può pensare di accelerare. Dopo tre miglioramenti consecutivi delle stime, l’economia italiana dovrebbe decelerare rispetto alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale.

Limatura di 0,4 punti

 

Nel 2022 il Pil dovrebbe fermarsi al +3,8 per cento, recuperando i livelli pre-pandemia ma rimanendo sotto la media della zona Euro, che aveva subito una recessione più lieve della nostra. È già il secondo campanello d’allarme per la crescita italiana, dopo la revisione al ribasso della Banca d’Italia che ha tagliato le stime per il 2022.

Fmi: basta debito

E se la crescita arrancasse anche la finanza pubblica potrebbe soffrirne: scorso è stato il rimbalzo inatteso a fornire miliardi di liquidità a Governo e Parlamento per mettere una pezza sul rincaro delle bollette. Possibilità di spesa che dobbiamo dimenticare: l’Fmi segnala che i paesi ad alto debito con i tassi di interesse in salita avranno meno spazio di manovra, e anzi dovranno ridurre i deficit e intraprendere la via delle riforme. Chi a Roma ha orecchie per intendere, intenda.