Le regioni arruolano 1000 esperti per il Pnrr, ma non senza ostacoli

Economia

Lorenzo Borga

Ingegneri, geologi, architetti incaricati di accelerare le procedure burocratiche sui soldi del recovery plan. Tutti assunti in tempo (o quasi) dalle regioni

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Come le idee, anche il PNRR (lo speciale di Sky TG24) cammina sulle gambe degli uomini. Per renderlo realtà infatti serviranno decine di migliaia di assunzioni di nuovo personale, anche negli uffici di comuni, province e regioni, che avranno in mano il 36 per cento dei fondi del recovery plan italiano. È questo il compito dei 1000 esperti appena arruolati dalle regioni: tra loro ci sono ingegneri, giuristi, architetti, geologi, biologi, tutte professionalità necessarie ad accelerare le procedure burocratiche per concretizzare i progetti del Pnrr. Parliamo di valutazioni impatto ambientale, approvazioni di progetti, permessi di costruire, appalti: pratiche su cui purtroppo la PA accumula spesso ritardi considerevoli.

fondi

Compensi fino a 108mila euro

Per i 1000 posti si sono presentati a dicembre in quasi 62mila, attratti dal compenso che può raggiungere i 108mila euro, al lordo di Iva e tasse: un reddito decisamente più alto della media per i professionisti ricercati. Sulla retribuzione le regioni sono andate in ordine sparso: c'è chi come l'Emilia Romagna ha deciso di pagare tutti al massimo, e chi invece - come Lombardia e Lazio - ha adottato alcune fasce di reddito, secondo l'esperienza vantata dai professionisti.

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Il governo ha deciso di puntare su professionisti per accorciare i tempi: assumere dipendenti giovani avrebbe richiesto mesi per il concorso e per la formazione dei neo-assunti.

Ma le regioni hanno dovuto correre per rispettare la scadenza della fine dell'anno: le candidature sono state aperte solo dall’1 al 6 dicembre, per via dei tempi lunghi nel corso dell'approvazione del decreto in gestione a Palazzo Chigi e Corte dei Conti, e da allora sono stati effettuati i colloqui.

La difficile ricerca di ingegneri e biologi

C’è chi, come la Campania, ha faticato a trovare biologi e ingegneri elettronici, e scorrendo la classifica si è dovuta accontentare di professionisti che inizialmente non erano stati ritenuti idonei. E chi come l’Emilia Romagna ha dovuto rinunciare per ora a trovare due ingegneri ambientali che avrebbero fatto tanto comodo per l’approvazione dei progetti.

Firmati i contratti, ora arriva il difficile. Gli esperti saranno inseriti in uffici spesso privi di professionalità: "con la speranza" – come sostiene Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA – "che non si limitino a fare da consulenti, ma che possano entrare a pieno regime nella macchina  della pubblica amministrazione, prendendo decisioni e assumendosi responsabilità".

Anche perché potranno essere rinnovati ogni anno, fino al 2024, solo se le regioni rispetteranno gli obiettivi: la Sicilia per esempio in due anni vuole dimezzare i tempi delle valutazioni di impatto ambientale, che spesso bloccano le costruzioni di nuove ferrovie o ponti, mentre la Sardegna si ferma al 20 per cento in meno. Numeri e percentuali da cui passa il cambiamento del paese.

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