Pensioni 2022, l’inflazione e il taglio delle tasse fanno salire gli assegni: cosa cambia
La rivalutazione e la decurtazione dell’Irpef decisa dal governo determinano per i pensionati un aumento delle entrate mensili. L’aumento dell’inflazione fa crescere gli assegni dell’1,7%, il taglio delle tasse porta in dote una crescita media di 178 euro: i vantaggi più ampi saranno per chi ha un reddito medio o alto. Intanto continuano i lavori per la riforma strutturale delle pensioni
Il 2022 inizia con una notizia positiva per i pensionati. Gli assegni infatti saliranno per tutti, grazie alla rivalutazione legata all’inflazione e al taglio dell’Irpef deciso dal governo: i vantaggi maggiori saranno per i redditi medio alti, come analizzato da La Repubblica
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Il primo elemento a spingere in alto gli assegni è la rivalutazione sul costo della vita: da oggi le pensioni crescono dell’1,7% a causa dell’aumento dell’inflazione. L’adeguamento sarà al 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo (cioè 2.062 euro), al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.578 euro) e al 75% per chi supera quella cifra
Come cambiano le pensioni nel 2022
Secondo le stime dell’Inps, chi riceve una pensione da 1.500 euro lordi al mese vedrà così crescere l’assegno di 25 euro. Chi invece percepisce 2.000 euro vedrà l’assegno crescere di 34 euro, che salgono a 42 per chi ha una pensione da 2.500 euro
Quota 102 e Ape Social, come funzionano
Nei primi tre mesi dell’anno l’aumento sarà leggermente minore, dell’1,6% anziché dell’1,7, a causa della crescita più alta dell’inflazione rispetto alle previsioni. L’Inps ha però chiarito che la differenza sarà conguagliata in primavera (in foto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico)
Le novità per lavoratori e famiglie nel 2022
A far crescere le pensioni non è però solo l’inflazione, ma anche il taglio dell’Irpef che coinvolge non solo dipendenti e autonomi. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio il 36% delle risorse destinate alla sforbiciata delle tasse sarà infatti destinato ai pensionati
L’aumento medio atteso sarà di 178 euro, ma con importanti differenze a seconda del reddito annuo: più è alto l’assegno pensionistico, maggiore sarà il beneficio dovuto al taglio delle tasse
Per chi riceve meno di 18mila euro all’anno l’aumento sarà di 200 euro. Più basso il beneficio per chi ha un assegno di 24mila euro: la crescita sarà di 132 euro. Maggiori invece i vantaggi per i percettori di pensioni alte: per chi incassa tra i 40mila e i 60mila euro all’anno, il guadagno sarà compreso tra i 500 e i 700 euro
A cambiare nel 2022 non è solo l’assegno ma anche i metodi per poter andare in pensione: dopo tre anni finisce infatti Quota 100, che viene sostituita da Quota 102. I requisiti per l’anticipo prevedono adesso 64 anni di età e 38 di contributi. Le prime finestre si apriranno a maggio per i dipendenti privati e ad agosto per quelli pubblici
È stata invece confermata Opzione Donna, riservata alle lavoratrici che hanno compiuto 58 anni se dipendenti o 59 se lavoratrici autonome con almeno 35 anni di contributi. Secondo l’Inps saranno circa 17mila le persone interessate nel 2022
Viene invece ampliata la platea di lavoratori che hanno diritto all’Ape Social: si passa da 15 a 23 categorie. Secondo le stime del governo dovrebbero essere circa 21mila i lavoratori interessati dalla misura
Continua intanto il tavolo di lavoro per la riforma strutturale del “sistema Fornero”: Quota 102 infatti è per adesso in vigore solamente per il 2022. A dicembre sindacati e governo si sono incontrati per discuterne
I temi al centro della discussione saranno la flessibilità in uscita, le pensioni per i giovani e il problema della precarietà lavorativa