Le truffe scovate da Carabinieri e Guardia di Finanza valgono circa 174 milioni di euro. Su una spesa complessiva di 15 miliardi in due anni, significa solo poco più dell'1 per cento.
Da due anni a questa parte si fa un gran parlare dei cosiddetti "furbetti" del reddito di cittadinanza, cioè chi riceve il sussidio senza averne diritto e grazie a una truffa. I numeri diffusi dai Carabinieri sulle verifiche effettuate hanno riacceso la polemica politica. I militari durante gli ordinari controlli hanno infatti individuato dal 2019 11mila persone che ricevevano irregolarmente l'aiuto economico, per un valore di circa 47 milioni di euro. Tra i denunciati c'è anche chi aveva una Ferrari, chi la barca, chi molteplici appartamenti, chi era pregiudicato per reati gravi o gestive intere attività commerciali.
I controlli sono stati effettuati in cinque regioni del Sud, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, che presentano realtà differenti: in Campania nel 30 per cento dei controlli è stata riscontrata un'irregolarità, mentre nelle altre regioni la percentuale è stata decisamente minore. Ovviamente si tratta di percentuali frutto del fatto che ai controlli vengono sottoposti solo beneficiari sospetti: è dunque molto improbabile che possano essere generalizzate a tutti i percettori.
A fianco dei Carabinieri lavorano anche gli agenti della Guardia di Finanza, che effettuano altri controlli sulla base delle banche dati dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate. In questo caso le persone denunciate dall'inizio del 2020 sono state 22mila, e i soldi sottratti allo Stato 127 milioni. Sommando dunque le cifre riscontrate dalle forze dell'ordine si raggiunge un valore di 174 milioni di euro in più di due anni.
Le truffe valgono solo poco più dell'1 per cento
Di quanti soldi stiamo parlando? Considerato che il reddito di cittadinanza dal 2020 a oggi è costato al bilancio pubblico circa 15 miliardi di euro, parliamo di una percentuale di soldi sottratti e scoperti attorno solo all'1 per cento. Per quanto riguarda invece il numero di beneficiari a cui è stato revocato il sussidio, l'Inps ne conta quasi 117mila in tre anni (in forte aumento nel 2021, a dimostrazione probabilmente di controlli più efficaci). Tuttavia l'istituto di previdenza scrive che la motivazione principale della revoca del reddito di cittadinanza è la mancanza del requisito di residenza per gli stranieri, e non false dichiarazioni od omissioni. Ad ogni modo, se anche tutte le revoche fossero effettivamente legate a truffe nei confronti dei contribuenti, si tratterebbe di meno del 3,2 per cento dei beneficiari totali.
Intanto la spesa pagata dai contribuenti per finanziare il reddito di cittadinanza è costantemente in aumento, complice anche la crisi economica della pandemia. I percettori sono attualmente 3,6 milioni di persone, in leggero aumento anche rispetto al 2020 nonostante il rimbalzo economico.
Per questo il sussidio viene criticato: chi lo riceve non è incentivato a trovare un lavoro e le politiche attive non sembrano efficaci. Dei quasi 4 milioni di beneficiari, tra cui anche bambini e disabili, solo poco più di 1 milione è tenuto a trovare lavoro. Tuttavia secondo l'Anpal, solo un terzo di questi è stato preso in carico dai centri per l'impiego e ha sottoscritto un patto per il lavoro. Degli altri invece non si ha notizia.