Reddito di cittadinanza, a Napoli scoperti 2.441 irregolari

Campania
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I denunciati sono 716: 422 con pregiudizi penali, 64 per associazione mafiosa

Ammonta a oltre 5 milioni di euro la truffa ai danni dello Stato scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato Lavoro di Napoli che, con l'Inps, hanno passato al setaccio un imponente numero di istanze di reddito di cittadinanza e scoperto 2.441 posizioni irregolari che sono state tutte revocate. Molte sono risultate intestate a camorristi e a loro parenti, a parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori, figli inesistenti e lavoratori in nero. I controlli portati avanti dai carabinieri del Comando interregionale "Ogaden" hanno interessato cinque regioni (Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata).

Le denunce

I denunciati sono 716: 422 con pregiudizi penali, 64 per associazione mafiosa. Tra i denunciati la maggioranza è italiana: dei 716 segnalati alle Procure sono 673 i connazionali richiedenti mentre solo 43 gli stranieri: 394 gli uomini, 322 le donne. Il danno erariale raggiunge, spiccioli compresi, i 5.127.765,71 euro e vede responsabili diverse tipologie di persone: si va dal venditore ambulante di calzini al rapinatore, dal garzone del bar al familiare del camorrista e al camorrista stesso. Tra i cosiddetti criminali comuni figurano truffatori di anziani, scippatori, pusher, contrabbandieri di sigarette, ma anche lavoratori "in nero" (un carrozziere, un barista, una commessa). Tra i rapinatori anche un finto spazzino il quale, armato di scopa, coglieva le sue vittime la mattina presto mentre si recavano al lavoro. Tra i criminali comuni che percepivano il reddito, 75 sono risultati imparentati con "note" famiglie malavitose napoletane (Tolomelli, D'Amico, Sorianiello, Puccinelli, Giuliano e Giannelli).

Tra i beneficiari numerosi camorristi

Tra gli irregolari figurano molti camorristi e loro familiari. Percepiva il beneficio la moglie convivente del ras Fausto Frizziero, 43enne ai domiciliari per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e reati connessi allo spaccio di droga. Frizziero è ritenuto un elemento di vertice dell'omonimo clan che fa affari illegali tra i quartieri Chiaia e Posillipo di Napoli. Altre cinque persone risultano legate agli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, alcuni ritenuti appartenenti al clan Cifrone, alla famiglia malavitosa dei Balzano. Dieci sono affiliati al clan Grimaldi/Vanella Grassi. In provincia di Napoli, invece, sono 25 le figure di spicco della criminalità organizzata locale che rientrano nel novero dei percettori illeciti: si tratta di familiari di affiliati ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa-Pianese. Troviamo la moglie di un affiliato al clan "Polverino", la moglie del nipote del capo clan della stessa organizzazione mafiosa. La madre di un affiliato agli "Amato Pagano" e il fratello di un esponente dei Nuvoletta. Anche il figlio di uno degli elementi di spicco del clan "Nuvoletta" è riuscito ad ottenere 6500 euro. E così la nipote di un elemento apicale del clan "Orlando", ora detenuto: lei ha intascato oltre 19mila euro. 

I capoclan e gli affiliati alla camorra a Napoli

Ci sono anche pezzi da novanta della criminalità organizzata di Napoli e provincia tra i furbetti del reddito di cittadinanza scoperti dalla vasta operazione dei carabinieri del comando interregionale Ogaden. Oltre ad Antonio Nuvoletta, figlio di Lorenzo Nuvoletta storico capoclan di Marano (Napoli) che ha percepito reddito per 6.500 euro, figurano tra coloro che sono finiti nelle maglie dell'inchiesta anche Valentina Orlando, 33 anni, nipote di Antonio Orlando già elemento di spicco del clan Nuvoletta e ora a capo dell'omonimo clan Orlando e la moglie di Raffaele Veccia altro esponente di rilievo del clan. Orlando - grazie al reddito di cittadinanza - ha percepito 19.300 euro. Ma l'elenco degli affiliati percettori è lungo e a Napoli città annovera tra gli altri anche Annalisa Soraniello, cui si è arrivati indagando su Giuseppe Mazzaccaro, in carcere dal maggio scorso nell'operazione che ha inferto un duro colpo ai clan Cutolo e Soraniello attivi al Rione Traiano. Tra i destinatari del reddito di cittadinanza Emanuele Pisa e Raffaele De Sica, già in manette per droga. Nello scorso febbraio, i carabinieri trovarono in due box auto riconducibili a loro 85 chili di stupefacenti tra cocaina e hashish. Tra i beneficiari indiretti della misura - attraverso la moglie convivente - c'è il ras della Torretta Fausto Frizziero, ai domiciliari per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e reati connessi allo spaccio di droga. Tra i 'furbetti' anche cinque persone legate agli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, alcuni ritenuti appartenenti al clan Cifrone, alla famiglia malavitosa dei Balzano. Dieci sono affiliati al clan Grimaldi/Vanella Grassi. La percentuale dei furbetti del reddito smascherati dall'inchiesta di oggi con precedenti penali a carico è del 35% su scala regionale. Sono infatti 647 i soggetti pregiudicati che percepivano la misura di sostegno a fronte dei 1824 denunciati. Un dato che sale fino a sfiorare circa il 60% nella provincia di Napoli dove i "furbetti" pregiudicati sono 422 sul totale dei 716 denunciati in quanto percettori illegittimi della misura.

Ferrari e immobili ma percepiva sussidio

Tra i casi più eclatanti figura anche quello emerso in provincia di Avellino dove un 70enne convivente con una funzionaria comunale (che non è indagata) possedeva una lussuosa Ferrari, numerosi immobili e terreni di proprietà. Un 46enne invece per assicurarsi il reddito di cittadinanza ha presentato in un ufficio postale di Castellammare di Stabia (Napoli) una carta di identità bulgara, evidentemente falsa, e ha pure simulato l'accento straniero che, però, di balcanico aveva ben poco: l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, è stato smascherato e i carabinieri della locale Sezione Radiomobile gli hanno notificato un ordine di arresto. Tra i casi "eclatanti" anche quello di un 41enne di Cardito (Napoli) che dal 7 aprile 2020 ha percepito puntualmente ogni mese il Reddito di Cittadinanza malgrado fosse agli arresti domiciliari. Ora ne dovrà rispondere penalmente. Il reddito di cittadinanza gli è stato revocato e, oltre alla misura dei domiciliari, avrà pendente anche una denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato.

In provincia di Salerno sono 253 i "furbetti" del reddito di cittadinanza individuati dai carabinieri che, tra giugno ed ottobre, hanno esaminato le posizioni di 2700 percettori del sussidio. Un danno erariale di oltre 1.100.000 euro. 

Le irregolarità tra i lavoratori in nero

Sebbene la maggior parte delle irregolarità riguardi il capoluogo partenopeo, anche la provincia e l'hinterland non è risultata da meno. Tra gli illeciti percettori figurano anche lavoratori irregolari che percepivano lo stipendio "in nero" e anche il sussidio. A Cicciano (Napoli) i Carabinieri hanno segnalato all'Inps un 58enne incensurato del posto, percettore del reddito, che senza alcun titolo, effettuava con il suo furgone un servizio di trasporto a pagamento per gli studenti di un istituto scolastico. A Giugliano in Campania (Napoli) una donna di origini rom ha sottoscritto la domanda per ottenere il reddito senza specificare che nel suo nucleo familiare c'era il marito, ricercato dal 2016 con 2 ordinanze di custodia cautelare pendenti e catturato lo scorso agosto dagli stessi Carabinieri che le hanno fatto revocare il beneficio. Ancora a Giugliano dei 102 lavoratori impiegati in 10 differenti opifici e tomaifici, 68 erano "in nero" e 25 percepivano anche il reddito di cittadinanza.

I controlli

Per la sola area del Napoletano che raggruppa i comuni di Castello di Cisterna, Acerra Marigliano, Pomigliano, Brusciano, Somma Vesuviana, Casalnuovo di Napoli, Sant'Anastasia sono state controllate le posizioni di 579 nuclei familiari. Più di 300 i percettori indebiti denunciati, per un danno all'erario che supera i 350.000 euro. Tra le condotte illecite più frequenti, l'omessa comunicazione di variazioni della condizione economica. Un esempio è l'acquisto, durante il periodo in cui si percepisce il reddito, di beni mobili come auto e moto. Oppure la mancata comunicazione della presenza nel nucleo familiare di detenuti o soggetti sottoposti a misura pre-cautelare e cautelare. Nel comune di Torre Annunziata molti gli extracomunitari segnalati: la normativa impone che prima di richiedere il reddito di cittadinanza siano necessari almeno 10 anni di permanenza in Italia. Molti quelli che, appena arrivati in Italia, hanno richiesto il reddito riportando fittiziamente sul modulo i "10 anni" minimi e beneficiato illecitamente di denaro dello Stato.

I dati

Nelle cinque regioni le irregolarità emerse sono 4.839, il 12,6% dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Secondo l'Inps allo scorso 30 aprile risultavano percettori del sussidio in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata esattamente 387.076 nuclei familiari. Le denunce riguardano 3.484 persone (9,1% rispetto al numero dei nuclei familiari controllati). Di questi ultimi, il 38,4% sono soggetti già noti alle Forze di Polizia, tra cui il 2,6% (90) gravati da condanne o precedenti per reati associativi. L'azione di contrasto ha evidenziato che, nel periodo e nel territorio controllati, le irregolarità riscontrate hanno generato 19.112.615,72 di euro percepiti indebitamente. Tra i soggetti deferiti nell'intera operazione, il 60,2% sono uomini (2.097) e il restante 39,8% sono donne (1.387). Inoltre, il 59,4% dei deferiti sono cittadini italiani (2.071), mentre il restante 40,6% di nazionalità straniera (1.431).

Nel Casertano 500 furbetti

Cinquecento persone denunciate nel Casertano per aver percepito illecitamente il reddito di cittadinanza, tra questi facoltosi proprietari di immobili, appartenenti alla criminalità organizzata e cittadini comuni; e una somma truffata di 1,8 milioni di euro. È il bilancio dei controlli svolti dal mese di maggio ad oggi dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta con il supporto di quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro, che hanno passato al setaccio le situazioni patrimoniali e familiari di 3429 richiedenti il beneficio, componenti 1459 nuclei familiari (45mila i percettori del reddito di cittadinanza nel Casertano), scoprendo che 500 persone non ne avevano diritto; per loro è scattata la denuncia penale e la sospensione del beneficio. I carabinieri hanno anche sequestrato somme per 300mila euro. Dei denunciati, 349 sono stranieri, 94 avevano precedenti penali e 8 condanne per associazione mafiosa. Tra i casi più singolari c'è quello relativo agli appartenenti alla stessa famiglia che, residenti in un'unica unità immobiliare, hanno falsamente attestato di averla frazionata in 4 distinte particelle catastali, facendo così risultare di costituire autonomi nuclei familiari. C'è poi una beneficiaria che ha percepito in due anni 23.000 euro di reddito di cittadinanza pur essendo proprietaria di numerosi immobili ricevuti in eredità.

In Irpinia oltre 100 persone percepivano indebitamente il reddito

Sono oltre cento le persone che in provincia di Avellino percepivano il Reddito di cittadinanza e che adesso dovranno rispondere di truffa ai danni dello Stato. Le indagini dei carabinieri del Comando provinciale, coordinate dal colonnello Luigi Bramati in collaborazione con l'Ispettorato del lavoro e l'Inps, hanno fatto emergere casi anche molto singolari. In particolare, quello di una persona che per percepire il reddito mensile si era fittiziamente "staccato" dal nucleo familiare proprietario di beni immobili che ha nella sua disponibilità anche una Ferrari. Un altro caso è quello di un componente di un nucleo familiare proprietario di vigneti di pregio in zona Doc e di altre significative disponibilità mobiliari e immobiliari. Assegno ritirato, con denuncia e restituzione delle somme incassate, anche per una persona del Vallo di Lauro considerata un esponente di primo piano del clan camorristico Cava. L'uomo, oggi a piede libero, era stato recluso in passato al 416 bis.

Nel Sannio 253 denunce 

Sono 253 le persone (delle quali 153 stranieri) denunciate nel Sannio dai carabinieri alla locale procura della Repubblica per aver a vario titolo "reso false dichiarazioni o omesso comunicazione di informazioni dovute e omesso di comunicare le variazioni di reddito o di patrimonio una volta percepito legittimamente il reddito" per un esborso non dovuto dallo Stato pari a oltre un milione di euro. In alcuni casi si è proceduto alla sospensione del reddito di cittadinanza, con provvedimento del giudice, nei confronti di diversi beneficiari o richiedenti per "essere stata a questi applicata misura cautelare personale, adottata anche a seguito di arresto". Tra i soggetti denunciati all'autorità giudiziaria, anche uno con precedenti per "associazione di tipo mafioso".

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