
Reddito di cittadinanza 2022, controlli e incentivi per lavorare: come potrebbe cambiare
Il governo si prepara a varare una riforma per il prossimo anno che potrebbe comportare maggiori controlli sui furbetti e una riduzione del contributo per chi rifiuta la seconda proposta di impiego. Si va verso modifiche per la misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. Ecco quali sono le ipotesi

Il Reddito di cittadinanza sarà riconfermato nel 2022 e avrà un impianto simile a quello attuale. Ma alcune modifiche sono all'orizzonte. Nell'ultimo Cdm è stato stabilito che non ci sarà un taglio agli stanziamenti ma saranno previsti più controlli per chi vi accede e correttivi per i pagamenti. Ecco come potrebbe funzionare la misura l'anno prossimo
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La misura bandiera del Movimento 5 Stelle non dovrebbe dunque essere toccata nella sostanza per il 2022. Nel Dpb (Documento programmatico di bilancio) inviato a Bruxelles, si parla del rifinanziamento del Reddito, con un fondo aggiuntivo da 1 miliardo per il 2022. Il “tesoretto” di questa misura sarà nel complesso pari a circa 8,8 miliardi di euro, lo stesso di quest’anno, con i fondi incrementati step by step in base alle necessità provocate dal Covid-19
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La stretta anti furbetti dovrebbe essere la prima misura che sarà messa in campo. I controlli per l’accesso alla misura del Reddito di cittadinanza saranno dunque inaspriti. Come del resto quelli relativi alle procedure e alle pratiche per ottenerlo
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La seconda misura riguarderebbe la modalità di rientro al lavoro. Sarà studiato un modo per spingere le persone a tornare sul mercato. Come? Attraverso l’impiego delle agenzie interinali , che potrebbero con il tempo sostituire del tutto i cosiddetti navigator

Si sta studiando anche la modalità di azione nel caso in cui un percettore di Reddito di cittadinanza rifiuti per la seconda volta l’offerta di un impiego: in questo caso l’idea è quella di diminuire l'assegno

Come funziona oggi? Il lavoro offerto a un disoccupato percettore del Reddito di cittadinanza deve essere in un raggio di 100 chilometri se si tratta della prima offerta di occupazione e si riceve il beneficio da meno di un anno. Il raggio si allarga a 250 chilometri in caso di seconda offerta o si è percettori da oltre un anno. Inoltre l’incarico deve essere di almeno tre mesi e lo stipendio deve essere superiore a 858 euro al mese

Secondo quanto riferisce Il Messaggero, un’ulteriore ipotesi sarebbe quella di un abbassamento dell’asticella degli impieghi ritenuti congrui e conteggiati quindi nelle tre dopo le quali attualmente scatta la decadenza

La misura, che oggi prevede un assegno medio di 570 euro al mese erogato a 1,4 milioni di nuclei beneficiari, entrerà nella prossima manovra. Al momento si attende, entro inizio novembre, anche la relazione del Comitato per la valutazione del reddito istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e guidato da Chiara Saraceno

Per quanto riguarda i sussidi alle famiglie numerose, anche qui il governo starebbe studiando una modalità per rivedere i parametri di assegnazione. Da ritoccare la scala parametrale che determina il valore del primo componente del nucleo, 0,4 ai maggiorenni e 0,2 ai minorenni che non soddisfa tutti. Come riporta Il Messaggero con questo metodo si arriva al paradosso che una madre single con tre figli piccoli ha "meno valore" di due adulti con un figlio maggiorenne

Sotto la lente di ingrandimento del governo anche il sostegno abitativo, la possibilità di accesso per i cittadini stranieri residenti e l'eventuale eliminazione della sospensione dopo 18 mesi per chi ha figli piccoli a carico