
Inps, ipotesi pensione a 63 anni con assegno ridotto per superare Quota 100
La proposta è arrivata - durante un'audizione alla Camera - dal presidente Pasquale Tridico. Prevede l'uscita anticipata a 63 o 64 anni, un dato da adeguare alla speranza di vita, incassando però solo la pensione contributiva maturata a quella data. Per l'assegno completo, con la quota retributiva, bisognerebbe invece aspettare i 67 anni

Ape contributiva per superare Quota 100, in scadenza a fine anno: la proposta è arrivata - durante un'audizione alla Camera - dal presidente dell'Inps Pasquale Tridico. Prevede l'uscita anticipata a 63 o 64 anni, un dato da adeguare alla speranza di vita, incassando però solo la pensione contributiva maturata a quella data. Per l'assegno completo, con la quota retributiva, bisognerebbe invece aspettare i 67 anni
GUARDA IL VIDEO: Pensioni, 561mila persone le ricevono da almeno 40 anni 29 mag 2021
Questa ipotesi sarebbe "sostenibile" dal punto di vista finanziario con un aggravio di circa 2,5 miliardi per i primi tre anni e risparmi a partire dal 2028. Nel 2022 potrebbero accedere a questo strumento 50mila persone per una spesa di 453 milioni mentre nel 2023 potrebbero accedere 66mila persone per 935 milioni
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Gli anni con il costo più sostenuto sarebbero il 2024 e 2025 con oltre 1,1 miliardi l'anno e 160mila uscite nel biennio

I requisiti sono: almeno 63/64 anni di età (requisito da adeguare alla speranza di vita), essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione, aver maturato, alla data di accesso alla prestazione, una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l'assegno sociale

La prestazione completa spetta fino al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia. La prestazione è parzialmente cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo, e si potrebbero prevedere meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time

È incompatibile, invece, con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, Ape sociale e indennizzo per la cessazione dell'attività commerciale

Tridico ha mostrato le cifre previste, invece, con il pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età: costerebbe nel 2022 4,3 miliardi per poi crescere e toccare nel 2029 oltre 9 miliardi l'anno. Nel 2023 l'aggravio sarebbe di 5,99 miliardi e nel 2024 di 5,86 miliardi

Critica, però, la Cgil: "Le previsioni di spesa dell'Inps sulla possibile uscita con 41 anni di contributi, superiore a 9 miliardi come punta massima, secondo noi sono decisamente sovrastimate". Così il segretario confederale Roberto Ghiselli. Sono infatti previsioni che considerano "che tutti i lavoratori in possesso di questo requisito esercitino il diritto, quando l'esperienza concreta ci dice che in questi casi gli utilizzatori sono meno della metà", spiega inoltre il responsabile previdenza pubblica della Cgil nazionale, Ezio Cigna

"Per noi il picco massimo di spesa annua non supererebbe il miliardo e mezzo, e pertanto questo intervento sarebbe sostenibile", aggiunge. Per Ghiselli "è positivo che il Presidente dell'Inps ribadisca l'esigenza di una maggiore flessibilità in uscita, e in particolare apprezziamo le proposte che prevedono la possibilità di pensionamento ben prima dei 67 anni con 20 anni di contributi e avendo maturato una pensione superiore a 1,2 volte l'assegno sociale"
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Ma "noi pensiamo che sia opportuno e sostenibile, dopo 62 anni, andare in pensione con la liquidazione dell'intero importo maturato". Sull'estensione delle tutele alle categorie rientranti nell'Ape sociale, il segretario si dice a favore di un'estensione a tutti i disoccupati di lunga durata e ai lavoratori impiegati in attività gravose