Bollette luce e gas, ministro Cingolani: “Mitigare aumenti e puntare sulle rinnovabili”

Economia

Per il ministro alla Transizione ecologica, il caro-energia è dovuto principalmente alla ripresa economica: “Aumenta la domanda e salgono i prezzi delle materie prime che oggi servono a produrre quell’energia”

“Per una volta stiamo tentando di anticipare gli aumenti. Su questo il governo sta lavorando attentamente per capire il trend in atto e per avviare provvedimenti di mitigazione in tempo reale”. Lo dice al Corriere della Sera Roberto Cingolani, spiegando che “in tutto il mondo sale il prezzo dell’energia e ci stiamo muovendo in anticipo modificando la bolletta e tentando di mitigare gli aumenti per alcune categorie”. Per il ministro alla Transizione ecologica, il caro-energia è dovuto principalmente alla ripresa economica: “Aumenta la domanda e salgono i prezzi delle materie prime che oggi servono a produrre quell’energia”. Non è quindi la transizione ecologica in sé a essere costosa, secondo Cingolani: “gli aumenti dipendono per l’80% da incrementi nei prezzi del gas e solo per il 20% da CO2”.

Muoversi in anticipo

"Prima arrivavano gli aumenti delle bollette e si tentava di metterci una toppa. Questa volta sta accadendo il contrario” ha detto Cingolani. “Sappiamo che arriveranno gli aumenti, perché in tutto il mondo sale il prezzo dell'energia, e ci stiamo muovendo in anticipo modificando la bolletta e tentando di mitigare gli aumenti per alcune categorie". "Per fortuna abbiamo un'economia che si sta riprendendo: questo significa crescita, che significa aver bisogno di più energia” aggiunge il ministro". Secondo Cingolani, "ciò che è importante è capire che siamo in una transizione. In un processo con una road map, un percorso che dobbiamo seguire per ottenere il duplice effetto di avere energia a costi gestibili e nello stesso tempo da fonti rinnovabili come il sole, il vento, di cui peraltro disponiamo in quantità, a differenza di petrolio e gas". "Se ci impegniamo sugli obiettivi che ci siamo dati come Europa e come Italia, e cioe' arrivare al 70% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, potremo sganciarci dalle forniture di altri Paesi" sottolinea.

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Politiche energetiche locali

Per quanto riguarda le politiche energetiche locali, Cingolani afferma che “tutti vogliamo energia dal vento ma le pale vogliamo che le mettano nel Comune accanto non nel nostro. Compriamo il 5% di energia dalla Francia che la produce con il nucleare a due passi da noi. Non dobbiamo guardare al futuro con lo sguardo rivolto al passato. Dovremmo discutere in maniera non ideologica. Se vogliamo, come è giusto, viaggiare con auto elettriche, se non vogliamo non subire e far subire alle generazioni future gli effetti del cambiamento climatico provocato dalla CO2, dobbiamo discutere di come produciamo l’energia. In modo collaborativo. Di sicuro dobbiamo accelerare sulle fonti rinnovabili. Quando diciamo no a un pannello solare, o quando a livello locale si fanno prevalere interessi della burocrazia, dei singoli, dobbiamo capire che il no lo stiamo dicendo soprattutto a noi stessi e ai nostri figli”.

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