
Cibo Made in Italy, il valore delle contraffazioni nei Paesi del G20 supera i 100 miliardi
La denuncia arriva da Coldiretti, secondo cui "i più attivi taroccatori del cibo italiano nel mondo sono i Paesi ricchi ed emergenti del G20 che approfittano della pandemia per sostituire i prodotti tricolori con imitazioni di bassa qualità"

Il cibo Made in Italy è tra i più contraffatti al mondo. Coldiretti ha stimato una falsificazione superiore ai 100 miliardi di euro. "I più attivi taroccatori del cibo” italiano, dice l’associazione, arrivano dai "Paesi ricchi ed emergenti del G20 che approfittano della pandemia per sostituire i prodotti tricolori con imitazioni di bassa qualità"
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Per denunciare la grave situazione che colpisce il mercato tricolore è stata allestita una mostra durante il G20 dell'agricoltura di Firenze. In piazza Santa Croce sono state esposte le più incredibili imitazioni dei veri prodotti italiani scovati nei 20 Paesi che partecipano al Summit sull'agricoltura
Dal Prosek al Parmesan: le imitazioni delle eccellenze italiane nel mondo
La denuncia è un grido di allarme rivolto ai grandi della Terra affinché si intervenga contro un fenomeno, quello della contraffazione, sempre più dilagante e che ha un impatto devastante sull'economia nazionale. Il dato è impressionante: il “tarocco tricolore”, dice Coldiretti, ha già raggiunto valori che sono più del doppio delle esportazioni agroalimentari Made in Italy
L'agroalimentare riparte, verso i 50 miliardi di export
Ad alimentare ulteriormente il mercato della contraffazione è stata la pandemia di Covid-19, che ha dato nuovo impulso anche al già consolidato mercato del falso inglese e statunitense. Alcuni esempi: il kit per fare formaggi e vini e veri e propri orrori come il Chianti Classic, il Romano Cheese, lo Sharp Provolone/Fontina, lo Spicy Thai Pesto e l'immancabile Parmesan

Secondo la Coldiretti, a causa del cosiddetto "italian sounding" nel mondo più del 66% dei prodotti agroalimentari tricolori (ossia più di due su tre) sono falsi e senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. L’ultimo caso di un utilizzo imitativo di nomi di prodotti italiani per scopi commerciali arriva dalla Croazia, che prosegue in Ue con la domanda di registrazione della menzione tradizionale “Prosek”, un vino che riprende il nome dell’eccellenza italiana delle bollicine

Gli argentini si sono specializzati nella produzione di formaggi (Reggianito, Grana Pampeana), in Australia va forte il Perfect Italiano Parmesan. In Canada c’è la moda del Veneto Salami, del provolone e del montasio "made in acero" fino al kit di polveri per fare il Chianti. L'asse franco-tedesco propone i tarocchi alimentari Spaghetti Bolognese e Torti carbonara, Perisecco e Meer Secco parenti poveri del nostro Prosecco. In Cina vanno per la maggiore il Gino Tomato Paste o il Ciao Doppio Concentrato. Il Sudafrica opta per il Mascarpone e l'Olio di Oliva Vesuvio

Combattendo i prodotti tricolori contraffatti a tavola, sostiene la Coldiretti, si potrebbero creare 300mila posti di lavoro nel Belpaese

A pesare sull'immagine del Made in Italy a tavola sono anche le ricette dei più famosi piatti della tradizione culinaria falsificati. Come? Nei ristoranti italiani all’estero vengono proposti e serviti prodotti spacciati per italiani, ma che italiani non sono, prosegue la Coldiretti

"Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore se dagli accordi venisse un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini

Secondo Prandini "a far esplodere il falso è stata paradossalmente la 'fame' di Italia all'estero con la proliferazione di imitazioni low cost"