Cingolani apre al nucleare, Conte critico

Economia

Simone Spina

Si riaccende il dibattito sull’uso dell’atomo per produrre energia elettrica. L'idea è di guardare alle nuove  tecnologie che promettono costi più bassi e minori rischi. Contrari gli ambientalisti. L'ex premier chiede un chiarimento

Diventano un caso politico, riaccendendo un dibattito mai sopito nel nostro Paese, le parole del ministro Roberto Cingolani sull’energia nucleare. Il capo della Transizione ecologica vuole dare una spallata a quello che per molti è una sorta di tabù. E bolla come "radical chic" gli ambientalisti che si oppongono a discutere sull’utilizzo futuro dell’atomo per ridurre il ricorso ai combustibili fossili.

Tecnologie non ancora mature che però promettono costi più bassi di quelli attuali e maggiore sicurezza.  Per Cingolani, che si trova a gestire la fetta più grande degli aiuti del Recovery Fund, quelli destinati all’ambiente, (e mentre l’Unione accelera per contrastare i cambiamenti climatici col piano “Green Deal”), è finito il tempo delle barriere ideologiche.

Ce n’è abbastanza per spingere il presidente dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, che reputa “infelici” le parole sugli ambientalisti, a chiedere un chiarimento Cingolani, voluto nel governo Draghi dal fondatore dei Movimento Beppe Grillo. Conte ricorda i due referendum coi quali gli italiani hanno bocciato nell'87 e nel 2011 il nucleare dopo i disastri di Chernobyl e di Fukushima.

Il ministro della Transizione ecologica però non parla di quei tipi di centrale, che – al di là dei rischi ambientali – comportano spese molto alte e tempi lunghi per la loro costruzione, tanto che quelle in cantiere sono poche e si concentrano in Cina.

Cingolani si riferisce a piccoli reattori (Small Modular Reactors), grandi come un paio di container, che generano energia per circa un quinto di quelli tradizionali, producendo meno scorie con costi e impatti ambientali inferiori. Tutto questo non è ancora realtà   ma ci sono una ventina di progetti in fase di realizzazione in giro per il mondo, con l’obiettivo di avviare questi mini-propulsori nel 2026.

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