La fetta più grossa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza andrà a “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”. Oltre il 28 per cento del totale dei fondi disposizione sarà speso per una serie di interventi che puntano ad aumentare l'uso di energie pulite e a dare una spinta all’economia a basso impatto ambientale.
E’ la colonna portante del Recovery Plan italiano. Si chiama “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” e, tra fondi europei e nazionali, ha una dote di 69,96 miliardi di euro. Delle sei missioni in cui è diviso il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è quella più ricca, con oltre il 28 per cento delle risorse a disposizione. Un capitolo corposo che ha l’obiettivo di migliorare la qualità dell’ambiente in tutte le sue sfaccettature e dare una spinta all’economia.
All’interno di questo universo verde trovano spazio progetti per la produzione di energie meno inquinanti, sviluppo agricolo ecocompatibile, passando per la riqualificazione degli edifici, la riduzione dei rischi legati alle alluvioni e la gestione dei rifiuti.
Quattro le sottocategorie in cui sono ripartiti i denari e tra queste spiccano gli interventi per la Transizione e l’Efficienza Energetica, che insieme assorbono quasi 48 miliardi. Si punta, ha precisato il ministro Roberto Cingolani, a produrre entro il 2030 fino al 70 per cento dell’elettricità con centrali eoliche e fotovoltaiche. Vento e sole per bruciare meno carbone e petrolio ma anche investimenti (3,4 miliardi) per promuovere l’idrogeno.
Per quanto riguarda i rifiuti, c’è una sostanziale messa al bando dei termovalorizzatori, l’obiettivo di recuperare il 65 per cento della plastica che buttiamo e la riduzione del 15 per cento delle perdite di acqua potabile nelle reti idriche.
In totale per la tutela del territorio ci sono più di 15 miliardi e quasi 7 per l’agricoltura e gli interventi per diminuire gli sprechi, la cosiddetta economia circolare.
Tra i progetti più popolari, ricordiamo il superbonus per ristrutturare i condomini e gli oltre tre miliardi da spendere per comprare, entro il 2026, autobus e treni regionali meno inquinanti.