
Smart working, verso lo stop nella Pubblica amministrazione: cosa cambia
Il lavoro da casa per chi è impiegato nella PA ha le ore contate. I dipendenti torneranno dunque in ufficio, almeno parzialmente, per via delle nuove regole introdotte dal decreto green pass. Ecco che cosa succede

I dipendenti della Pubblica Amministrazione potrebbero presto dire addio al lavoro da remoto e tornare a lavorare in presenza in ufficio. Il parziale abbandono dello smart working potrebbe essere introdotto dal cambiamento di prospettiva e dalle nuove regole grazie a un correttivo del decreto green pass
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Se fino a questo momento il lavoro da casa ha costituito una regola e la presenza in ufficio l’eccezione, le parti potrebbero presto invertirsi, con il lavoro da remoto come eccezione alla regola
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Dall’inizio della pandemia di Covid19, ossia da marzo 2020, i dipendenti della Pubblica amministrazione hanno sempre avuto il permesso di lavorare da casa, senza più mettere piede - a meno di urgenze - sul posto di lavoro
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Le cose però ora cambieranno: secondo quanto riporta il Sole 24 ore, a decidere le nuove “regole lavorative”, quindi spazi e modalità del nuovo lavoro agile, dovrebbero essere i dirigenti degli uffici. Al momento, tuttavia, i tecnici del governo stanno ancora studiando la pratica

Da tempo si ventilava per i dipendenti pubblici un ritorno in sede. La volontà del ministro per la Pa Renato Brunetta è sempre stata molto chiara: il ritorno in presenza è una necessità anche per snellire la burocrazia e le richieste dei cittadini

Al momento si sta cercando una soluzione dal punto di vista normativo per la Pubblica amministrazione, ma sarà necessario sentire anche che cosa ne pensino i sindacati. Il superamento della normativa emergenziale costruita durante il Conte-2 era già stato avviato a fine aprile con il decreto proroghe, che aveva cancellato di fatto le percentuali minime di Smart Working (50%, salito poi al 60%) da assicurare ai dipendenti la cui presenza in ufficio non è imprescindibile

La situazione, tuttavia, non è cambiata dallo scorso aprile e lo smart working ha continuato a essere la soluzione dominante, se non esclusiva, di lavoro anche in alcuni rami centrali dell’amministrazione

Cruciale il nodo green pass: come di fatto già avvenuto nella scuola, nei trasporti e nella sanità, si punterebbe a rendere obbligatorio il certificato verde anche nella Pubblica amministrazione. La regola non varrebbe solo per chi svolge un lavoro a contatto con il pubblico, ma sarebbe estesa a tutti i dipendenti

Ma è possibile una l'imposizione del green gass? Secondo la Corte Europea dei diritti umani, sì. Ma a una condizione: l’obbligo vaccinale deve essere introdotto per tutti i lavoratori e non solo per certe categorie

Per chi non si voglia assolutamente sottoporre a vaccino, non potendo essere licenziato in modo diretto per via della normativa vigente, si potrebbero applicare delle soluzioni indirette, come il cambio di mansione, il trasferimento in un altro settore o la sospensione dello stipendio (quest’ultimo già previsto per gli insegnanti che rifiutano di avere il green pass). Solo in un secondo momento si potrebbe allontanare il no-vax dall’azienda in cui lavora